- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Caserta – Sono le 10.30 quando il presidente del Consiglio comunale, Michele De Florio, procede con l’appello dei presenti. L’Assise era convocata per le 8,30 ma da quasi due ore la maggior parte dei consiglieri di maggioranza è al bar a prendere il caffè, a chiacchierare del più e del meno, a godersi una sigaretta.

Il numero legale non c’è, il Consiglio è saltato. La poca serietà di questi pseudo-rappresentanti dei cittadini è imbarazzante. I punti all’ordine del giorno erano nove. Tra questi, argomenti di una certa importanza per la città come i provvedimenti a tutela della salute pubblica relativi alle centraline per la qualità dell’aria, gli interventi per la mobilità dell’area interessata dall’apertura del nuovo supermercato Lidl e soprattutto la revoca della delibera di Giunta 71/2014 relativa all’approvazione delle tariffe cimiteriali.

E pare sia proprio questo il motivo principale, ma non il solo, dell’astensione di massa. La mozione ripresentata dal consigliere Maietta è un argomento scomodo che può spaccare la maggioranza ed aprire una crisi irreversibile. Allora, meglio non rischiare. Per buttare l’acqua sporca, però, si getta anche il bambino.

L’altro argomento da non trattare è l’approvazione del Regolamento per i servizi di Polizia municipale espletati in conto terzi e determinazione delle relative tariffe. Adeguarsi alla normativa nazionale, infatti, significa imporre pagamenti a parrocchie, comitati e associazioni ogni qual volta organizzino un evento con la presenza dei vigili. E, questo tipo di utenza, si sa, è un bacino di voti per i consiglieri comunali che pescano consensi nel proprio quartiere proprio grazie alle manifestazioni gratuite.

In conclusione, il Consiglio non si fa e i cittadini, che attendono risposte, sono abbandonati all’inedia. La politica che impera a Caserta da anni e che questa amministrazione sta dimostrando di perseguire con dedizione è quella del dolce far niente.