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E’ vicina al punto critico per l’emergenza Coronavirus anche l’azienda ospedaliera di Caserta, come gli altri grandi nosocomi campani, da quelli partenopei al Ruggi d’Aragona a Salerno e al Moscati di Avellino. Tutti occupati i 9 posti in terapia intensiva, oggi ne entrano in funzione altri  nove ed è quasi certo che saranno occupati immediatamente. Occupati anche i nove posti dell’unità di infettivologia e gli altri nove di pneumologia.

E a vedere la residenza dei pazienti, si percepiscono i luoghi oggi fronte caldo del contagio; molti ammalati gravi arrivano infatti da Ariano Irpino o dal salernitano, in particolare dai comuni del Vallo di Diano “chiusi” già da una settimana. Più stabile invece la situazione di contagi nel casertano, dove i casi di positività aumentano ma non in modo esponenziale; fino a ieri sera si contavano 124 casi con un incremento di una decina di positivi al giorno.

Si continua comunque a morire di Coronavirus: ieri un anziano di Santa Maria a Vico che era ricoverato fino a qualche giorno fa all’ospedale di Maddaloni, divenuto primo ospedale Covid-19 del Casertano, è deceduto all’ospedale di Caserta dove era stato portato quando le sue condizioni si erano aggravate (undici i decessi nel Casertano). Per inizio aprile dovrebbero aumentare i posti in terapia intensiva con la realizzazione di un ospedale da campo inviato dalla Regione con 24 nuovi posti.

“Per ora la situazione non è al collasso come in altre realtà” dice il Commissario straordinario dell’ospedale Carmine Mariano. “Ma se vogliamo non entrare in crisi la gente deve restare a casa; anche questa mattina c’erano troppe persone in giro. Anche a Caserta come a Napoli, alcuni medici, sia specializzandi che professionisti in pensione, hanno risposto picche alla richiesta di reclutamento dell’azienda”. Intanto l’Asl di Caserta ha reso noto che sono 448 i cittadini del Casertano in quarantena per aver avuto contatti con persone contagiate, e 1313 quelle in isolamento volontario perché rientrate da regioni del Nord.