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Marcianise (Ce) – Due mesi in più di speranza per i lavoratori dello stabilimento Jabil di Marcianise (Caserta), impegnati dal giugno 2019 in una vertenza con l’azienda che ha deciso di privarsi di metà della forza lavoro in servizio al sito casertano. Causa emergenza Coronavirus, come anticipato nei giorni scorsi, la Jabil Circuit Italia ha deciso di non proseguire la procedura di messa in esubero di 272 lavoratori sui 630 in organico, che sarebbe dovuta scattare con l’invio delle lettere di licenziamento da lunedì 23 marzo, quando sarebbe dovuta scadere la cassa integrazione straordinaria, più volte prorogata, cui i dipendenti Jabil sono sottoposti da anni. Il Decreto Cura Italia emesso dal Governo per contrastare gli effetti economici dell’emergenza Covid-19, ha infatti esteso la cassa integrazione ordinaria a tutte le aziende, e così anche la Jabil, in accordo con i sindacati (Fiom-Cgil, Uilm, Fim-Cisl e Failms), ha deciso di chiedere la cassa integrazione ordinaria (Cigo) per nove settimane, posticipando al 25 maggio, data in cui scadrà l’ammortizzatore sociale, la data da cui potrà tornare ad attivare la procedura di messa in esubero. Per quel momento, l’azienda conta di individuare con i sindacati il miglior percorso per far fuoriuscire i 272 lavoratori già individuati; si punterà soprattutto sulla ricollocazione degli addetti Jabil presso altre aziende, un piano già praticato nei mesi scorsi ma mai decollato e mai troppo apprezzato dai sindacati e dai lavoratori, che lo vedevano troppo indeterminato e privo di garanzie. “Era indispensabile, visto il momento – ha commentato Mauro Musella, delegato Uilmassicurarsi uno strumento che coniugasse la sicurezza sanitaria dei lavoratori ed il proseguimento del percorso industriale del sito”. Per ora dunque si va avanti; il lavoro in fabbrica continua, seppur a ranghi ridotti, e con i lavoratori che vengono sottoposti all’ingresso alla misurazione della temperatura; una volta dentro, vengono dotati di un kit con mascherine e guanti.