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È iniziata ed è stata subito rinviata all’11 febbraio, al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), l’udienza preliminare a carico di trentasei persone imputate a vario titolo di corruzione, falso, indebita induzione, in relazione ai lavori di ampliamento del “Pineta Grande Hospital” di Castel Volturno.

Tra gli imputati l’imprenditore della sanità Vincenzo Schiavone, proprietario della clinica Pineta Grande di Castel Volturno, delle case di cura “Padre Pio” di Mondragone, Villa Bianca di Napoli, e Villa Ester di Avellino, i funzionari della Regione Antonio Postiglione (dirigente del settore sanità), Antonio Podda e Arturo Romano, il presidente di Aiop Campania (Associazione Italiana Ospedalità Privata) Sergio Crispino, l’ex sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo con parte della sua giunta e alcuni ex consiglieri comunali.

Per tutti, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere guidata da Maria Antonietta Troncone, ha chiesto il rinvio a giudizio; gli inquirenti ritengono che attorno ai lavori di ampliamento del “Pineta Grande Hospital”, importante struttura del litorale casertano che assiste anche migliaia di immigrati non regolari che vivono a Castel Volturno, si siano consumati numerosi illeciti, anche di carattere urbanistico; il cuore dell’indagine verte però intorno alle ipotesi corruttive contestate dalla Procura, ovvero alle assunzioni da parte di Schiavone, nelle proprie cliniche, di parenti amici di funzionari comunali e regionali, che in cambio avrebbero emesso provvedimenti di autorizzazione ad ampliare la clinica e aumentare i posti letto.

Ad inizio gennaio il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva disposto l’archiviazione per undici persone rimaste coinvolte nell’inchiesta, tutti ex consiglieri comunali di Castel Volturno. In quella circostanza era stata la stessa Procura a richiedere l’archiviazione al Gip.