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Torna in libertà Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario all’Economia del Governo Berlusconi nonché coordinatore regionale di Forza Italia. L’ex politico di Casal di Principe (Ce) ha trascorso gli ultimi quattro in regime di carcerazione preventiva e ai domiciliari. Cosentino è stato condannato in quattro differenti processi, tra cui quello più rilevante, in cui gli sono stati inflitti nove anni, per il reato di concorso esterno in associazione camorristica, che ha confermato l’ipotesi della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che riteneva Cosentino il referente politico nazionale del clan dei Casalesi.

La decisione è stata presa, su istanza della difesa di Cosentino (avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro), dalla sesta sezione della Corte d’Appello di Napoli. Resta a carico dell’ex sottosegretario l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Oltre alla condanna per concorso esterno, subita a novembre 2016 dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo cosiddetto Eco4, relativo al controllo politico-camorristico del Consorzio di comuni che si occupava di rifiuti, Cosentino è stato condannato nello stesso anno, a giugno, a 4 anni di carcere dal tribunale di Napoli Nord, per la corruzione di un agente del carcere di Secondigliano (Na); in tale ultimo procedimento è stata condannata anche la moglie di Cosentino e il fratello di quest’ultima.

Due le condanne subite invece nel 2017, entrambe al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere: a marzo è stato condannato a sette anni sei mesi nell’ambito del processo cosiddetto Carburanti, relativo all’azienda della famiglia Cosentino, l’Aversana Petroli, che è stata confiscata; nel processo sono stati condannati anche i fratelli di Cosentino, Giovanni e Antonio. Ad aprile dello stesso anno, è arrivata un’altra condanna a 5 anni nel processo noto come “Il Principe e la scheda Ballerina”, in cui era imputato per tentativo di reimpiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa in relazione al finanziamento da cinque milioni di euro per la costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe, denominato “Il Principe”, voluto secondo l’accusa dal clan dei Casalesi, ma mai realizzato. L’ex politico entrò in carcere la prima volta il 15 marzo del 2013, quando si insediò il Parlamento e lui perse l’immunità; contro di lui pendevano due ordinanze di carcerazione. Dopo pochi mesi ottenne i domiciliari e tornò libero nel novembre dello stesso anno. Tornò così a fare politica, ma ben presto, nel marzo 2014, fu arrestato con i fratelli per estorsione aggravata dal metodo mafioso nell’ambito dell’indagine sull’Aversana Petroli. Da allora è rimasto in carcere per oltre due anni per poi andare ai domiciliari, prima in Molise, a Sesto Campan, quindi nella sua abitazione di Caserta.