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Caserta – Il Servizio Ispettivo del Segretariato Generale Mibact inchioda il direttore della Reggia Mauro Felicori per “manchevolezze e omissioni” sia sul fronte sicurezza dei lavoratori e visitatori sia su quello relativo alla salvaguardia e alla conservazione del Bene culturale.

E’ questo l’esito della relazione shock, datata 10 luglio 2018 e inviata a tutti i referenti apicali del Mibact, che fa riferimento all’ispezione avviata dal Ministero all’indomani del crollo dell’intero pannello d’intonaco dell’architrave/piattabanda del vano di una porta-finestra presente nella Sala delle Dame di Corte dell’Appartamento Reale, episodio verificatosi il 10 dicembre scorso alle 11.58 in pieno orario di apertura al pubblico.

In realtà l’indagine prese sì spunto da quel crollo, ma poi si estese alle stanze attigue e a tutte quelle del percorso museale della Reggia, lì dove da tempo sono evidenti sia lesioni alle volte affrescate sia sconnessioni alle pavimentazioni con mattonelle saltate in ogni dove.

Un quadro preoccupante che già anteprima24.it sottopose all’attenzione del direttore Felicori con una intervista datata 24 novembre 2017 (ossia 16 giorni prima del crollo nella Sala delle Dame) a valle di una prima domenica del mese da oltre 17mila visitatori alla Reggia e nessun piano di sicurezza rispettato.

Le domande rivolte al direttore Felicori, proprio alla luce della mancata custodia del Bene culturale preso d’assalto da visitatori fuori controllo, dei danni che tutto questo avrebbe potuto arrecare ad ambienti già visibilmente compromessi,  e soprattutto del rischio “panico” che qualsiasi fenomeno imprevedibile avrebbe potuto scatenare in ambienti le cui le uscite di sicurezza risultavano chiuse con i catenacci, ottennero risposte laconiche che oggi assumono un peso specifico già nelle stanze del Dicastero romano.

Perché,  mentre si attende l’esito degli accertamenti portati avanti dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che ha ravvisato già “… allo stato gli elementi costitutivi della fattispecie di reato di cui all’articolo 677 comma 3 del Codice Penale”, l’Ispettorato Mibact  ha messo nero su bianco le sue risultanze affermando che i fatti accertati “si prestano, stante la gravità della situazione accertata e delle omissioni elencate, a configurare possibili responsabilità penali a carico dei soggetti responsabili” .

E aggiunge: “Fatte salve le misure che questa Amministrazione intenderà adottare in ordine alle responsabilità della direzione della Reggia per le manchevolezze/omissioni richiamate, risulta improcrastinabile l’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza e di restauro di tutti gli ambienti dell’Appartamento, da iniziarsi entro il termine di un mese dall’avvenuto dissequestro degli ambienti da parte della Procura della Repubblica, tenuto conto che l’Istituto Reggia di Caserta, come affermato dallo stesso Direttore, ha a disposizione, da tempo, finanziamenti utilizzabili a tale scopo”.

Infatti il direttore Felicori, su richiesta degli ispettori che già l’11 gennaio scorso chiedevano l’invio di una relazione sull’accaduto comprensiva delle azioni di monitoraggio messe in opera e della richiesta di fondi per la manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché i provvedimenti intrapresi in merito alla sicurezza, non solo inoltrava soltanto la relazione dei tecnici, ma precisava che trattandosi la Reggia di Istituto dotato di autonomia speciale “non avanza richiesta di finanziamento nel programma ordinario per opere di manutenzione ordinaria e straordinaria potendo attingere nei finanziamenti stanziati nel proprio bilancio”.

Da qui,  preso atto della incompletezza e genericità della risposta data dal direttore Felicori tra l’altro priva della richiesta documentazione in ordine soprattutto alla sicurezza, scattava la visita degli ispettori Mibact del 1 febbraio.

E, stando alla relazione degli ispettori, il delirio delle omissioni è totale:

  • Non ottemperanza degli obblighi in capo al datore di lavoro ai sensi e per gli effetti del D.Lgs 81/08 Testo unico sulla sicurezza sul lavoro”. E’ assente, infatti, nel documento di valutazione del rischio, sia del 2015 che del 2017, qualsiasi riferimento ai rischi presenti negli ambienti museali, pure aperti al pubblico, della Sala delle Dame e dell’intero Appartamento Reale, con conseguente esposizione al pericolo sia dei visitatori che dei dipendenti che lì prestano la loro attività lavorativa;
  • Non effettuazione, negli anni e fino al crollo di cui è ispezione, sia di un monitoraggio strumentale sia di un rilievo grafico e fotografico dell’ambiente interessato dal crollo e di quelli adiacenti (i responsabili del settore hanno affermato che le uniche operazioni di controllo/monitoraggio degli ambienti per la sicurezza di visitatori e dipendenti si limitavano a passaggi occasionali e verifiche “a vista dell’insieme degli ambienti, a fronte dei quali non è mai stato redatto alcun documento e mai è stata operata alcuna verifica puntuale, fosse anche di semplice “bussatura” sugli intonaci né di quella sala né di quelle adiacenti che pure presentavano lesioni e micro-lesioni);
  • Mancata predisposizione di richieste di finanziamento degli interventi ordinari, pure urgenti, finalizzati al consolidamento ed al restauro degli ambienti interessati da un diffuso quadro fessurativo;
  • Mancata interdizione della Sala delle Dame e dei vari ambienti dell’Appartamento Reale, dove già a vista risultavano, da tempo, evidenti fenomeni fessurativi alle volte e alle piattabande delle finestre e dissesti alla pavimentazione, lasciati aperti al pubblico ed alla attività del personale di vigilanza.

Su quest’ultimo punto gli ispettori sottolineano, ai fini della sicurezza dei lavoratori e dei visitatori, la pericolosità determinata dalle sconnessioni della pavimentazione delle sale museali per le quali, pur essendo aperte al pubblico, non è stato preso alcun provvedimento definitivo, affidando di volta in volta la cura del percorso dei visitatori all’interno dell’Appartamento Reale alle iniziative estemporanee del personale di sorveglianza (che “si arrangiavano con sedie, paletti e cordoni di fortuna per impedire alla meglio che i visitatori inciampassero sulle mattonelle sollevate”), che nel corso del tempo ha comunque effettuato segnalazioni verbali e scritte.

E avranno avuto poco da ridere gli ispettori del Mibact di fronte alle affermazioni dell’ing. Mario Tartaglione responsabile della vigilanza, sicurezza e impiantistica alla Reggia, il quale ha riferito che l’ultimo documento del rischio è stato redatto nel novembre del 2017, e che nella visita periodica annua (con RSPP, medico competente ed RLS) non hanno mai evidenziato situazioni di pericolo/rischio inerenti agli intonaci ed al pavimento della Sala delle Dame e di quelle attigue, precisando anche che non esiste un rilievo dello stato di degrado né un programma di manutenzione.

E’ ancor meno divertente sarà risultata la risposta data dal direttore Mauro Felicori alla richiesta degli ispettori in ordine al monitoraggio dello stato di degrado, al programma di manutenzione ordinaria, e allo stato del rischio anche ai fini della sicurezza: “Nella sua vita quotidiana i suoi tecnici lo tengono aggiornato sui vari problemi […] E’ certo che c’è documentazione. La invierà”.

Ma gli ispettori stanno ancora aspettando, considerato che la documentazione pervenuta risulta ovviamente incompleta e che, in particolare, nel documento di valutazione dei rischi trasmesso, dove nulla risulta sull’individuazione e valutazione dei rischi presenti nella Sala delle Dame ed in quelle adiacenti, manca la firma di Felicori quale Datore di Lavoro.