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Santa Maria Capua Vetere (Ce) – È giunta a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), nell’atrio del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Luigi Vanvitelli, la Teca “Quarto Savona 15”, che custodisce i resti della Croma blindata su cui viaggiavano Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, i poliziotti della scorta di Giovanni Falcone; per l’occasione si è tenuto nell’Aulario dell’Università un evento sulla legalità che ha visto il coinvolgimento di studenti, anche degli istituti superiori della provincia, docenti, e la partecipazione delle autorità istituzionali.
Un momento ricco di commozione quando alla presenza delle autorità intervenute, della signora Montinaro e dei circa 500 studenti si è assistito, in gran silenzio, allo svelamento della Teca, nel ricordo dei poliziotti che hanno sacrificato la propria vita per proteggere il magistrato Falcone, che ha sempre lottato per la salvaguardia di una società libera dalla mafia.
Dopo i saluti del direttore del dipartimento di Giurisprudenza, Raffaele Picaro, del prefetto Giuseppe Castaldo, del questore Antonino Messineo e del direttore generale dell’ufficio scolastico della Regione Campania, Ettore Acerra, 12 studenti hanno ricordato le figure di Giovanni Falcone e dell’intera scorta.
Grande emozione nella platea “attenta” alle parole della signora Montinaro, che ha affermato di essere orgogliosa di aver sposato Antonio Montinaro quando aveva “solo 24 anni e già faceva la scorta al giudice Falcone”. Ancora oggi la riempie d’orgoglio raccontare quello che ha fatto il marito per proteggere Giovanni Falcone, il magistrato che ha dedicato la sua esistenza per garantire una società civile libera dalle infiltrazioni mafiose. Ha infine spiegato, con grande orgoglio, che dopo la strage di Capaci non ha mai pensato, neanche per un solo minuto, “di lasciare la Sicilia, nonostante fosse di origini partenopee; infatti, quando si arrestano i mafiosi, le mogli solitamente si vanno a nascondere, ma quelle sono le mogli dei mafiosi, le mogli dei poliziotti non si devono mai vergognare”.