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Lodi (Mi) – Stanno verificando il possibile errore umano gli inquirenti della Procura di Lodi che indagano sull’incidente ferroviario avvenuto ieri mattina, che ha coinvolto il Frecciarossa AV 9595, partito da Milano e atteso a Salerno. Un incidente che ha provocato la morte dei due macchinisti Giuseppe Cicciù, originario di Reggio Calabria e Mario Di Cuonzo, nato a Capua (Caserta). Al momento dell’incidente, poco dopo le 5.30 di ieri mattina, il treno viaggiava a 292 chilometri all’ora. I macchinisti – è emerso – avevano ricevuto sul monitor del tablet nella cabina comandi un fonogramma che segnalava che un evento anomalo sulla loro linea era stato sistemato, per cui stavano procedendo regolarmente verso la stazione di Reggio Emilia. Nel mirino degli inquirenti è così finito uno scambio ferroviario posto nella posizione sbagliata. “Stiamo verificando l’errore umano” ha detto il procuratore Domenico Chiaro, riferendosi all’ipotesi che qualche tecnico possa aver commesso una terribile leggerezza, visto che è certo che lo scambio, di notte, è stato oggetto di un intervento di manutenzione da parte di una squadra tecnica composta da cinque operai di Rete Ferroviaria italiana. Lo scambio doveva infatti essere chiuso nella posizione che consente di proseguire dritto, invece era aperto, e ha deviato il treno nel pieno della sua corsa sul binario secondario dove era in sosta il carrello giallo usato per la manutenzione da Rfi. Dalla società che gestisce tutta l’infrastruttura ferroviaria hanno fatto sapere che l’intervento di manutenzione su quello scambio era ordinario e programmato, e che i sensori disposti lungo la rete non avevano segnalato alcun guasto. I tecnici – ha spiegato Rfi – dovevano soltanto sostituire un pezzo del deviatoio, così come prevedono la prassi di sicurezza sull’usura dei materiale. L’intervento sarebbe finito intorno alle 4. Determinante sarà anche l’analisi della scatola nera del Frecciarossa.