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San Tammaro (Ce) – Si chiama ecopascolo la nuova formula di cura delle aree verdi che, dall’ultima settimana di giugno, prenderà il via al Real Sito di Carditello.

Ad annunciarlo sono la Fondazione Real Sito di Carditello e la Coldiretti Caserta che, nell’ambito del protocollo di intesa firmato il 10 dicembre 2016, sperimenteranno la modalità ecologica di intervento sul manto erboso del Sito, a testimonianza della grande attenzione per il paesaggio e per l’ambiente già dimostrata con il progetto di biomonitoraggio ambientale CARA Terra e con gli assidui confronti sul tema della produzione agroalimentare e della promozione di eccellenze del territorio.

L’intervento sarà effettuato dall’azienda agricola di Pina Cestrone, vedova di Tommaso, l’Angelo di Carditello prematuramente scomparso, il cui gregge contribuirà a mantenere il decoro delle aree verdi.

L’ecopascolo è una metodologia virtuosa, rispettosa dell’ambiente e della biodiversità del territoriale, in sintonia con i ritmi della natura.

Questo tipo di intervento è già sperimentato in altri contesti, dalle città fortemente urbanizzate come Roma, per la quale Coldiretti Lazio ha firmato un protocollo di intesa con il Comune, a contesti rurali nei quali il passaggio dei capi di bestiame definisce con regolarità la conformazione del paesaggio.

Il progetto conferma il clima di condivisione degli obiettivi che anima il lavoro della Fondazione Real Sito di Carditello, presieduta dal prof. Luigi Nicolais, e di Coldiretti Caserta, con la nuova presidenza di Manuel Lombardi.

Il Real Sito di Carditello, costruito su commissione di Ferdinando IV di Borbone nel 1787 dall’architetto Francesco Collecini, primo allievo di Luigi Vanvitelli, fu ideato come moderna fattoria e tenuta di caccia.

Finito dopo l’Unità d’Italia nel patrimonio del re Vittorio Emanuele II, che già aveva le sue tenute dove sfogare la passione venatoria a Venaria e a San Rossore, Carditello ha conosciuto un lungo periodo di disinteresse e spoliazione. Nel 1920 gli immobili e l’arredamento passarono dal demanio all’Opera Nazionale Combattenti e i 2.070 ettari della tenuta furono lottizzati e venduti.

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu occupata dalle truppe tedesche e poi da quelle americane, che contribuirono a incrementare lo stato di degrado del luogo.

Nel dopoguerra quanto rimaneva del Real Sito entrò parte del patrimonio del Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno.

Nel 2011 l’Ente proprietario ne dispose la vendita per sanare i debiti contratti conle banche.

Polemiche, sette vendite all’asta andate deserte, e un prezzo di base che da 20 milioni di euro scese a 10, determinarono l’alzata di scudi soprattutto da parte di associazioni e società civile che nel 2013 determinarono l’interessamento e poi l’acquisto del Bene da parte del Mibact, e la nascita nel 2016 della Fondazione Real Sito di Carditello presieduta dal prof. Luigi Nicolais e costituita dal Mibact, Regione Campania e Comune di San Tammaro.