- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Caserta – I dati della Questura sul fronte violenza ai danni delle donne di Caserta e provincia fanno mantenere ancora alta la guardia. L’ultimo caso, che impone riflessioni sugli esiti di una battaglia dagli esiti incerti, risale a ieri quando la Polizia di Caserta è stata chiamata ad intervenire in un contesto familiare degenerato da anni in atti di violenza mai denunciati e divenuti tali da far scattare solo ieri la misura di allontanamento d’urgenza  del coniuge violento.

Perchè, a fronte degli strumenti legislativi e assistenziali di cui le donne oggi dispongono, resta ancora troppo alta la ritrosia alla denuncia. Un fenomeno trasversale, fanno sapere dalla Questura di Caserta, che diventa ancor più marcato quando le vittime e i carnefici appartengono a fasce sociali medio- alte, dove l’onta al buon nome di famiglia rappresenta il freno più difficile da allentare.

L’ulteriore arma contro tale ritrosia si chiama EVA, acronimo che sta per Esame Violenze Agite“E’ un progetto nazionale divenuto operativo da circa un anno dopo una fase sperimentale effettuata nelle grandi città – spiega Gennaro Corrado, porta voce del Questore di Caserta Antonio Borrelli – In pratica, ogni qualvolta un operatore di Polizia entra in contatto con situazioni di violenza ai danni di una donna in ambito familiare, viene compilata una scheda EVA che lascia traccia dell’episodio riscontrato dal poliziotto, anche se la vittima non formalizza regolare denuncia. Questo perché la denuncia per reati come lo stalking, ad esempio, scatta quando le condotte sono reiterate e documentate, ed è evidente che conservare tracce facilmente reperibili di atteggiamenti persecutori continuati è di estrema utilità. Non solo: richieste di intervento per violenze domestiche possono essere inoltrate anche da familiari, amici, e vicini di casa, senza che vi sia alcun tipo di esposizione da parte del richiedente né conseguenti denuncie da formalizzare da parte della vittima”.

Uno strumento, quello di EVA, che si somma a quelli già esistenti come l’ammonimento del Questore, che diffida l’uomo violento o persecutore dal continuare in simili comportamenti, oppure la querela/denuncia penale. Armi che le forze dell’ordine consegnano nelle mani delle vittime tentando di scalfirne la resistenza alla denuncia. Una sfida che scende in piazza anche nelle giornate di festa come quella delle donne l’8 marzo oppure quella imminente di San Valentino. “Saremo in piazza Dante a Caserta per tutta la mattinata del 14 febbraio – preannuncia Gennaro Corrado – con in nostro progetto Camper, per informare, sensibilizzare e ascoltare come facciamo da qualche anno. Una equipe multidisciplinare che vede insieme Polizia di Stato e Centri antiviolenza con punti di ascolto allestiti sul posto e materiale informativo da distribuire e promuovere”.