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Mondragone (Ce) – C’è sempre stata tensione a Mondragone (Caserta) tra la comunità italiana e quella bulgara, specie quella residente ai palazzi ex Cirio, accusata di dedicarsi soprattutto “ad affari illeciti”, tra cui il contrabbando di sigarette e il caporalato, come emerso anche da diverse indagini. Una tensione mai sfociata in eclatanti episodi di intolleranza come accaduto tra indigeni e immigrati africani nel vicino comune di Castel Volturno (emblematici gli scontri dell’estate 2015), ma che in questi giorni di “ripresa” dell’emergenza Covid, in cui peraltro si inizia anche a fare campagna elettorale in vista delle Regionali, sta riaffiorando in tutta la sua portata. Attorno ai palazzi ex Cirio si parla e si discute in modo animato, anche nelle coppie miste italo-bulgare, come accade a Raffaele ed Elena, sposati, lui del posto, lei bulgara da 20 anni in Italia, gestore di un negozio di alimentari situato subito fuori la zona rossa.

Molti bulgari si occupano del caporalato – dice Raffaele – o fanno altre cose illegali; se non si interviene su questo aspetto non si risolverà mai nulla”. “Non generalizzare – lo rimprovera la moglie – molti bulgari lavorano onestamente. Io comunque qui non ho mai notato razzismo, e dico che è stato giusto chiudere i palazzi per motivi sanitari. E con me sono d’accordo tanti connazionali”. Un’altra bulgara dice che “questa cosa del Covid è stata fatta per colpire il nostro Paese”, ma un connazionale la zittisce. “Non è così, siamo in Italia per lavorare onestamente, ma non è giusto che ci attacchino”. “Questi palazzi sono un buco nero a Mondragone – dice Ida Cuticelli in cui non si rispetta alcuna regola; in questa zona, seppur centrale, è impossibile avvicinarsi perché mancano sicurezza e controlli, eppure ci sono spazi di cui dovrebbero usufruire anche i cittadini mondragonesi”. Un altro cittadino, il pensionato Cristoforo Camponero che vive fuori alla zona rossa, proprio di fronte ai palazzi ex Cirio, denuncia  che “durante l’emergenza Covid, mentre noi italiani eravamo chiusi in casa e non potevamo vedere parenti dall’altra parte della città, la mattina presto arrivavano i pullman all’esterno dei palazzi ex Cirio che caricavano i bulgari per portarli a lavorare nei campi, ma anche auto strapiene, con undici persone dentro, alla faccia delle regole contro il Covid. Nessuno, tra forze dell’ordine e polizia municipale, ha mai controllato”.