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Maddaloni (Ce) – “Sull’ex Cava Monti ci sono degli interrogativi ancora aperti. L’inserimento del sito nel piano regionale delle bonifiche ha indicato la direzione da seguire, ma non ha sciolto i nodi relativi ai tempi ed alle modalità di procedimento”. Così il presidente della III Commissione speciale Terra dei Fuochi, Gianpiero Zinzi, che ha presentato un’interrogazione indirizzata all’assessore regionale all’Ambiente Fulvio Bonavitacola, avente ad oggetto “Mancata bonifica del sito denominato Cava Monti in Maddaloni”. Il progetto di bonifica deve essere messo a regime entro il 2019, ma non sembrano ancora maturi i tempi per l’entrata a regime di Invitalia SpA, indicata dalla Giunta Regionale come soggetto attuatore per tutti gli interventi di bonifica inseriti nel Patto regionale. “A questo si aggiungono anche le preoccupazioni per la ripresa delle fumarole che sono state sottoposte ad analisi dall’Arpac rilevando benzene in elevate quantità. Su temi delicati come ambiente e salute occorre fornire risposte chiare e rapide ai cittadini per risolvere le emergenze in atto”. Il consigliere Zinzi interroga Bonavitacola per conoscere “quali siano i provvedimenti individuati allo scopo di provvedere all’immediato e definitivo spegnimento delle fumarole, dando atto che occorre effettuare, prima durante e dopo, un accurato monitoraggio dell’aria attraverso una stazione da posizionare nei pressi del sito, nonché di riconoscere l’assoluta urgenza a questo intervento di bonifica riconsiderando, altresì, l’entità delle risorse stanziate”. In seguito all’interrogazione, il coordinamento di Forza Italia della Città di Maddaloni ha espresso la propria soddisfazione per l’intervento. “L’onorevole Zinzi – dichiara il coordinatore Giuseppe d’Alessandro – continua a dimostrare di essere vicino alla città di Maddaloni perché quella della ex cava di tufo in cui sono stati conferiti illecitamente circa 250 mila metri cubi di rifiuti speciali pericolosi, continua ad essere una bomba ecologica per questa città penalizzata sia sul piano ambientale che su quello economico. I carabinieri hanno posto, l’anno scorso, sotto sequestro l’area dell’ex cava e quaranta pozzi artesiani della zona in un raggio di 500 metri per quasi 61 ettari tra Maddaloni e San Marco Evangelista. L’area circostante, in modo particolare quella di proprietà del Comune relativa all’ex Foro Boario, da poco bonificato, distante pochi metri, risulta fortemente penalizzata dalla presenza dei rifiuti sotterrati per qualsiasi tipo di progettualità. Mi preme ricordare, inoltre, che dal sito si sprigionano fumarole a composizione prevalentemente idrocarburica a seguito dell’interazione tra l’acido solforico e l’acqua percolata che rendono l’aria irrespirabile”.