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Caserta – Ha denunciato e fatto condannare esponenti dei clan camorristici casertani, e per questo ha perso le proprie aziende. Eppure lo Stato non gli ha ancora riconosciuto il giusto risarcimento. Da anni Roberto Battaglia, imprenditore di Caiazzo del settore bufalino, non smette di combattere contro la burocrazia “miope e insensibile”; per il suo “sacrificio” avrebbe diritto ad oltre 1,5 milioni di euro. Il 19 gennaio scorso è stato condannato per estorsione commessa ai suoi danni un esponente del clan dei Casalesi. “Il Commissario Antiracket – dice Battaglia – mi aveva assicurato che dopo la sentenza mi sarebbe stata corrisposta la somma richiesta, ma da allora ancora nulla. Eppure il giudice mi ha riconosciuto vittima di mafia”.

Battaglia, dopo aver abbandonato perché messo in ginocchio dalle estorsioni e dai prestiti usurai la propria azienda agricola di Caiazzo, ormai dismessa, ma che ai tempi d’oro ospitava bufale campane e vendeva latte per la mozzarella dop a decine di caseifici, si è rifatto una nuova vita a Roma come consulente della Coop, per conto della quale ha aperto in due grossi centri commerciali, il Roma2 e il Casilino, due caseificio con il marchio Coop per la produzione della bufala campana. Ma a quei soldi, che gli spettano “perché il mio dovere di cittadino l’ho fatto e ho pagato molto in termini personali”, Battaglia non vuole rinunciare. In passato l’imprenditore ebbe anche la scorta dopo aver denunciato i fratelli del boss Michele Zagaria, poi gli fu tolta; protagonista di eclatanti manifestazioni, come quando si incatenò davanti alla prefettura di Caserta, aspetta “che la burocrazia faccia il suo dovere. Sarebbe ora” conclude Battaglia.