- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Caserta – Si terrà martedì 28 gennaio l’interrogatorio di garanzia dell’imprenditore della sanità Vincenzo Schiavone, proprietario di varie cliniche in Campania, finito ieri agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere che gli contesta reati di corruzione ed illeciti edilizi in relazione ai lavori di ampliamento della clinica Pineta Grande Hospital di Castel Volturno. Giuseppe Stellato, legale dell’imprenditore, presenterà nei prossimi giorni ricorso al Tribunale del Riesame in cui chiederà l’annullamento dell’ordinanza di arresto firmata dal Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Alessandra Grammatica. Nell’inchiesta sono indagate oltre 40 persone, tra cui l’ex sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo con i gli assessori e i consiglieri comunali in carica durante i cinque anni del suo mandato (2014-2019), ma anche funzionari e dipendenti comunali, tutti accusati di essere asserviti agli interessi di Schiavone, e di avergli permesso, in cambio soprattutto di posti di lavoro, di avviare le importanti opere di ampliamento della clinica, attraverso un iter ritenuto però illegittimo dagli inquirenti; un iter caratterizzato – si legge nell’ordinanza d’arresto – dalle due delibere del Consiglio comunale che tra il 2014 e il 2015 autorizzarono l’ampliamento, ritenute non legittime in quanto emesse “in assenza di verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario regionale, mancando allora il piano regionale ospedaliero, in assenza di valutazione ambientale strategica e di adeguata e idonea progettazione e verifica preliminare di fattibilità”. Sul presunto asservimento del sindaco Russo a Schiavone, l’ordinanza dà conto di quando una clinica concorrente della Pineta Grande chiede al Comune, nel marzo 2018, di annullare in autotutela il permesso a costruire concesso a Schiavone, e Russo, fa avere immediatamente l’atto ad un collaboratore dell’imprenditore, che aveva estremamente bisogno di visionarlo. Proprio da quella richiesta della clinica concorrente hanno inizio le indagini della Procura. Altri due indagati, intercettati dai carabinieri, parlano di Russo. “Dimitri non aveva neanche la cravatta, Schiavone la comperò, gliela mise e poi..gli diedi cinque minuti di svago, poi gli disse, stai un poco zitto, fai parlare me”. Per i pm l’ex sindaco, che era anche interessato ad aprire una farmacia comunale nella clinica, sarebbe riuscito a far assumere da Schiavone persone a lui vicine. Emblematiche inoltre le manovre fatte dal responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Castel Volturno, Carmine Noviello – già arrestato nel 2019 e sotto processo – per superare il problema di alcuni locali acquistati da Schiavone e facenti parte del cantiere di ampliamento della clinica, per i quali non era però possibile ottenere la sanatoria edilizia, mancando la doppia conformità richiesta dalla legge. Noviello viene intercettato nel dicembre 2016 mentre parla con Domenico Romano, geometra e collaboratore di Schiavone, raggiunto ieri dalla misura del divieto di dimora. “Il problema è che adesso invece non è compatibile.. la doppia conformità si fa all’epoca di costruzione e all’epoca di presentazione della pratica. Come caspita si deve inciarmare?”. La sanatoria riguardava dei locali che il vecchio proprietario aveva indicato come garage. Noviello, invece di avviare l’iter di demolizione, suggerisce a Romano di far risultare i locali come pertinenze della clinica. La pratica va così avanti, arrivando alla Sovrintendenza dei Beni Archeologici e Paesaggistici di Caserta, dove Schiavone e Romano possono contare sulla “disponibilità” del funzionario Giuseppe Schiavone (omonimo dell’imprenditore), ieri colpito dalla misura della sospensione di un anno dall’esercizio dei pubblici uffici; quest’ultimo ammette che il Sovrintendente non darà mai parere positivo, e consiglia a Romano di indicare i locali da sanare come adibiti a deposito dei gruppi elettrogeni, non come garage. A quel punto Romano ritorna in Comune da Noviello, e come ripreso dalle telecamere piazzate all’interno dell’ufficio del dirigente comunale, i due sostituiscono i grafici e la stessa richiesta di sanatoria dei locali che era stata presentata originariamente dal vecchio proprietario, modificandone il frontespizio e facendola apparire come presentata dalla Pineta Grande.