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Maddaloni – “Maddaloni divisa come Berlino, l’eliminazione dei passaggi a livello rappresenta un problema commerciale, sociale, culturale e paesaggistico. L’obiettivo? Far fruttare al meglio il ristoro ambientale con opere compensative di utilità collettiva”.

Lo dichiara il candidato sindaco Bruno Cortese, in seguito alla decisione di Ferrovie dello Stato di chiudere il passaggio a livello dell’Appia senza provvedere alla realizzazione del sottopasso.

Ormai il dado è tratto – ha aggiunto Cortese – la città sarà divisa in due e ci troveremo così una Maddaloni Nord ed una Maddaloni Sud. L’eliminazione di tutti i passaggi a livello, partendo da quello di Via Appia, è ormai un atto definitivo. È una sconfitta sotto tutti i punti di vista. Penso alle attività commerciali che sorgono nelle immediate vicinanze dei passaggi a livello, al caos urbano che, qualora gli attraversamenti previsti dovessero essere utilizzati solo ed esclusivamente per i pedoni, ci ritroveremmo al cospetto di una situazione terribile per quel che riguarda la viabilità con una sola arteria utile, e mi riferisco al cavalcaferrovia che collega via Libertà a via Matilde Serao che già nelle attuali condizioni è notevolmente appesantito dal traffico veicolare”.

Della questione si stanno occupando anche i neoparlamentari del Movimento 5 Stelle, Antonio Del Monaco e Marianna Iorio, i quali hanno incontrato il sottosegretario al Ministero delle Infrastruttura, Umberto Del Basso De Caro per chiedere un’azione che porti alla sospensione dell’ordinanza di chiusura del passaggio a livello al km. 220+821 di via Appia sulla tratta ferroviaria Cassino-Napoli, almeno fino all’insediamento della nuova giunta e quindi dopo le elezioni Amministrative del prossimo 10 giugno.

Intento, i cittadini stanno mettendo in piedi diverse azioni di protesta che sono culminate anche in un sit-in organizzato davanti al passaggio al livello all’altezza della clinica San Michele.

“Le responsabilità – spiega il candidato sindaco – vanno individuate nei confronti degli organi preposti ma se questo è il triste epilogo il fallimento è evidente, sotto gli occhi di tutti. D’altro canto, c’è comunque una nuova battaglia da combattere e vincere a tutti i costi ed è quella relativa alle opere compensative intese come strumenti da ottimizzare al meglio affinché possano essere individuati ed attuati percorsi alternativi per l’attraversamento pedonale e veicolare della linea ferroviaria. Qualora l’obiettivo dovesse essere raggiunto, la sciagura potrebbe trasformarsi in opportunità ed avremmo così, finalmente, una città unita”.

E poi conclude con un paragone storico con la capitale tedesca: “A Berlino ci vollero 28 anni per la rimozione di quel confine che non fu solo fisico, bensì soprattutto ideologico. Qui quanti ce ne vorranno? Occorre ripartire con una progettualità forte, costruita intorno alle esigenze della nostra comunità e degli spazi collettivi, e soprattutto resa operativa attraverso un governo competente ed autorevole affinché possa portare le istanze negli uffici di relativa pertinenza e restituire la dignità a questa città ed a questi cittadini da troppo tempo offesi e mortificati”.