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Caserta –  La manifestazione è stata organizzata dal “centro sociale ex Canapificio” della Caritas diocesana di Caserta e dal movimento “Immigrati e Rifugiati” di Caserta, a cui hanno aderito numerose associazioni laiche e religiose nonché il partito politico dei Radicali. Sin dalle prime ore del mattino la folla si è riunita alla stazione centrale, dove molte persone hanno approfittato del corteo per vendere nei portabagagli delle macchine ogni genere di cibo e bibite. Il corteo ha poi attraversato, sulle note di Bob Marley e con mille colori, le strade principali della città. Sugli striscioni sono state esplicate le motivazioni della fuga dai loro paesi di origine: tratta delle donne, fame, persecuzioni religiose, conflitti tribali atrocità dalle quali chiunque scapperebbe. Il corteo è terminato a piazza della Prefettura dove una delegazione delle diciannove associazioni presenti alla manifestazione ha incontrato il Prefetto.I manifestanti hanno richiesto che l’Italia torni ad essere terra di asilo e accoglienza attraverso l’istituzione di canali di ingresso umanitari per raggiungere questo paese, senza rischiare di cadere nel business del traffico di esseri umani in Libia per poi morire in mare. Inoltre si è chiesto a gran voce il superamento del decreto Minniti-Orlando che violerebbe i diritti umani degli immigrati.I punti principali del decreto sono quattro: l’abolizione del secondo grado di giudizio per i richiedenti asilo che hanno fatto ricorso contro un diniego, l’abolizione dell’udienza, l’estensione della rete dei centri di detenzione per i migranti irregolari e l’introduzione del lavoro volontario per i migranti. La storia dell’umanità è ciclica. Quello che sta succedendo oggi lo abbiamo vissuto come protagonisti noi nella prima metà del novecento con i grandi flussi migratori verso gli Stati Uniti e, forse, il disprezzo con cui fummo accolti sarebbe dovuto restare indelebile nelle nostre menti.

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