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di Anna Rita Santabarbara

Caserta – Prodotti contaminati? Pericolo per la salute? La mozzarella di bufala smentisce critiche e polemiche rivolte ai prodotti agro-alimentari campani, piazzandosi nella Top20 dei distretti industriali italiani. Ciò significa che attualmente le aziende che producono la succosa e gustosa mozzarella che fa impazzire i palati italiani e stranieri si sono distinte per produttività e crescita, registrando un incremento del 60,7% nel periodo compreso tra il 2008 e il 2016.

A dichiararlo è uno studio condotto da Intesa Sanpaolo e reso noto dal Consorzio di Tutela per la Mozzarella di Bufala DOP. Nel solo 2017, circa 47 milioni di tonnellate di chili di bufala DOP sono stati serviti sulle tavole di tutto il mondo. E anche il 2018 ha segnato un ingresso piuttosto promettente, con un aumento della produzione del 13,5%. A garantire il successo della mozzarella l’export ed i sistemi di tutela del prodotto messi in atto.

Siamo orgogliosi”, ha commentato il direttore del Consorzio di Tutela, Pier Maria Saccani, “di rappresentare la Campania e il Mezzogiorno in una graduatoria che premia la redditività del comparto”. I distretti industriali sono di gruppi di imprese ubicati su un territorio circoscritto, specializzate in una o più fasi del processo produttivo di un bene. Nella Top20 si sono classificati distretti di vario genere, dalla moda, alla produzione di gomma e plastica, alla meccanica, al sistema casa. Sei i distretti del ramo agro-alimentare entrati in classifica. La mozzarella di bufala è preceduta soltanto dal prosecco di Conegliano-Valdobbia, dai salumi di Parma, dai vini del veronese, dai vini di Langhe, Roero e Monferrato e dall’olio e pasta del barese.

Il Rapporto annuale prodotto dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, dedicato all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali, ha analizzato i bilanci aziendali di 18.000 aziende appartenenti a 153 distretti industriali e di quasi 54.000 imprese non-distrettuali attive negli stessi settori di specializzazione nel periodo compreso tra il 2008 e il 2016.

Non sono serviti, insomma, gli attacchi volti a screditare questo prodotto. La mozzarella è stata e resta un orgoglio campano e meridionale.