- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Non poteva di certo finire così, la morte di un giovane non può passare sotto silenzio, nè può essere una giustificazione il non avere un presidio ospedaliero. Il “Melorio”, luogo dove si è presentato Giuseppe, il 30enne di San Prisco, martedì mattina in arresto cardiovascolare. La disperata richiesta di aiuto della sorella ha convinto i medici del Covid center e intervenire e provare a salvare la vita al ragazzo ma non c’è stato nulla da fare. E questo apre uno squarcio a un altro problema, Santa Maria Capua Vetere non ha un presidio ospedaliero, o meglio il “Melorio” lo era ma è stato trasformato in centro dedicato al coronavirus, sprovvisto di pronto soccorso. Forse non sarebbe cambiato il destino di Giuseppe ma di sicuro una possibilità in più l’avrebbe avuta.

Questo il racconto della sorella di Giuseppe affidato alla pagina facebook Ciò che vedo in città – SMCV.

Sono la sorella del ragazzo morto stamattina (ieri, ndr) fuori dall’ex ospedale Melorio. Volevo fare delle precisazioni, in quanto ho visto che c’è stato un post proprio sull’accaduto.
Mio fratello era un ragazzo speciale, si usa dire così quando si hanno dei problemi. Quello che è capitato stamattina è qualcosa di schifoso. Mio fratello già a casa ha perso i sensi, subito mi sono accorta della situazione. E subito ho allertato ambulanze, guardia medica e presidi che non sono mai arrivati! E questo nonostante io avessi specificato le caratteristiche e le problematiche di mio fratello. Nessuna ambulanza è venuta. Così, disperata, ho cercato di farmi aiutare dall’ex ospedale Melorio, ora Centro Covid, sapevo fosse un centro Covid ma speravo che comunque mi aiutassero visto che il loro mestiere è aiutare la gente. Mi sono recata personalmente, con lui e con alcuni familiari. I presenti non hanno mosso un dito per cercare di rianimarlo. Continuavano a ripetere “siamo un centro Covid”, alle mie urla di rabbia e disperazione, di esortazione, di sollecitazione, ho detto loro che erano dei medici e che non si smette mai di essere medici, indipendentemente dalla struttura nella quale si lavora, che non esiste solo questo caxxx di Covid! Dopo circa 15 minuti. Si sono degnati sprezzanti, urlandomi “se non la smette di gridare non faccio più niente”. Ma si può avere risposta simile? Sottolineo che, nonostante fossi disperata, addolorata perché per me lui era come un figlio, ero lucida e sono sempre stata molto educata. Abbiamo fatto dei sacrifici enormi per questo ragazzo, sacrifici inimmaginabili.
Magari mio fratello sarebbe morto lo stesso, ma la mancanza di umanità mi ha fatto schifo! Sarà la magistratura a fare il proprio corso. Quello che è certo è che nel nostro paese non può non esserci un presidio ospedaliero, non è possibile avere risposte del genere, non è possibile non muovere un dito. Si faccia qualcosa e lo si faccia subito“.
 
E qualcosa succederà perchè si apre l’inchiesta della magistratura che, adesso, dovrà individuare eventuali colpe e responsabilità.