- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

E’ stato incastrato dall’impronta della mano e da un tatuaggio sul polpaccio il 29enne Giuseppe Musto, cui questa mattina i carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il colpo da oltre 50mila euro compiuto all’ufficio postale di Grazzanise il 28 aprile dello scorso anno. Musto, originario di Villa Literno, è detenuto dal luglio scorso nel penitenziario di Avellino per tentato omicidio nei confronti di un soggetto con cui ebbe una lite per motivi di viabilità. Il 29enne pensava di averla fatta franca, almeno per la rapina, ma gli inquirenti della Procura della  di Santa Maria Capua Vetere e i carabinieri del capitano Emanuele Macrì hanno continuano ad indagare, visionando a più riprese le immagini delle telecamere di video-sorveglianza dell’ufficio postale: è stato così notato un tatuaggio sul polpaccio destro di una dei rapinatori, poi è stata raccolta un’impronta sulla cassaforte. E’ stato quindi accertato, grazie al confronto con le foto segnaletiche, che il tatuaggio era uguale a quello di Musto; inoltre la banca dati nazionale ha rivelato che l’impronta digitale lasciata sulla cassaforte corrispondeva a quella del 29enne. E’ stata così ricostruita la dinamica del colpo. Il 28 aprile di un anno fa, Musto, con il volto coperto e armato di pistola, agì con altri complici non ancora identificati; i banditi fecero irruzione nell’ufficio minacciando il direttore con l’arma e costringendolo ad inserire le esatte combinazioni per aprire la cassaforte e lo sportello bancomat. Alla fine del raid, i malviventi fuggirono con oltre 54mila euro. Un colpo quasi perfetto, se non fosse per quella mano appoggiata alla cassaforte che ha inguaiato Musto e che ora potrebbe portare all’identificazione dei complici, probabilmente “abituali compagni” del 29enne nella commissione di reati.