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Caserta – Sul fronte Biodigestore a Ponteselice il dibattito s’infiamma dopo che Tar Campania ha respinto il ricorso contro la determina di indizione della gara per la progettazione dell’impianto anaerobico da 40mila tonnellate annue in zona Asi di caserta e a 800 metri dalla Reggia.
A chiarire come sono andate le cose di fronte ai giudici del Tar è Francesco Apperti, firmatario del ricorso respinto insieme alla collega consigliera comunale Norma Naime di “Speranza per caserta” , ai comuni di San Nicola La Strada, Recale, Casagiove, Capodrise, dal Comitato Cittadino San Nicola La Strada, Città Partecipata, il Circolo Legambiente di Caserta, e al Movimento Speranza per Caserta.

“Le sentenze, lo so bene, non si commentano ma si applicano – scrive Francesco Apperti sulla sua pagina facebook – Però voglio commentare (e contestare!) le modalità distorte con le quali questa sentenza viene comunicata da alcuni organi di stampa e da alcuni amministratori di maggioranza.

“La sentenza del TAR Campania del 15 maggio 2018 conferma la legittimità delle procedure e degli atti sino ad ora posti in essere, dichiarando il ricorso in parte inammissibile e in parte irricevibile”, si legge sulla bacheca di uno di questi. “Corrette le procedure del Comune di Caserta, bocciato il ricorso”, titola un giornale on line.
Ma questo NON E’ VERO! Il TAR ha respinto il ricorso giudicandolo in parte inammissibile ed in parte irricevibile. “Inammissibile” in quanto, secondo il collegio, trattandosi di una determina dirigenziale di indizione di una gara d’appalto, i proponenti del ricorso (quattro sindaci, due consiglieri comunali e diverse associazioni) non sarebbero legittimati a farlo. Sarebbero legittimati solo eventuali controinteressati, ossia, in sostanza, altri operatori economici del settore.
Il TAR ha poi considerato “irricevibile” il ricorso nella parte in cui cita la delibera di Giunta Comunale n.112 del 30 giugno 2017 (approvazione dello studio di fattibilità), in quanto sono trascorsi più dei sessanta giorni canonici per la presentazione del ricorso. Cosa vera, ma in quella fase non fu presentato alcun ricorso perché si era in una fase assolutamente preliminare, e la localizzazione non era ancora definita essendo in corso un “ballottaggio” con Gradilli.
Per i giudici del TAR, invece, “la localizzazione dell’impianto ritenuta lesiva per le ragioni di parte ricorrente, aveva connotazioni di certezza e stabilità già al tempo dell’adozione della predetta deliberazione, tardivamente impugnata”.Ripeto, non commento, ma più in basso riporto i link della delibera di giunta e della sentenza così che ognuno possa farsi la sua idea.Quel che è certo, è che il TAR NON SI E’ ESPRESSO sulla legittimità e sulla correttezza degli atti posti fino ad oggi in essere, bensì ha ritenuto sbagliata l’impostazione del ricorso, per i tempi e la qualifica dei ricorrenti. Infine, voglio ribadire che questa azione legale super ampiamente i confini dei tribunali amministrativi. La battaglia contro una scelta scellerata, incomprensibile e pericolosa, portata avanti con sconvolgente protervia dal Sindaco di Caserta, continuerà certamente nelle piazze e nei consigli comunali. Non ci fermiamo di certo qui”.

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