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Non torna in carcere, per il momento, il boss dei Casalesi Pasquale Zagaria, scarcerato e messo agli arresti domiciliari nell’aprile scorso per motivi di salute a causa dell’indisponibilità delle strutture sanitarie dell’isola, tutte riconvertite e destinate all’emergenza Coronavirus, di poter garantire a Zagaria la prosecuzione delle cure per un tumore alla vescica diagnosticatogli a fine ottobre del 2019.

Il tribunale di Sorveglianza di Sassari ha infatti sollevato eccezione di illegittimità costituzionale del D.L. 29/2020, emanato per porre un freno alla scarcerazione di boss e malavitosi avvenuta durante la pandemia; i giudici hanno accolto la questione avanzata da Lisa Vairo e Andrea Imperato, legali di Zagaria, secondo cui il decreto legge sarebbe incostituzionale perché limiterebbe l’autonomia e l’indipendenza dei giudici, riducendo il loro potere di valutazione in merito alla decisione di revocare i domiciliari.

Sarà la Corte Cosituzionale a decidere. Pasquale Zagaria, fratello del capoclan dei Casalesi Michele Zagaria, resta ricoverato in un ospedale lombardo; le sue condizioni si sono aggravate qualche giorno fa.

Per il tribunale sardo presieduto da Riccardo De Vito, il decreto del Governo, ribattezzato “Decreto Bonafede” perchè fortemente voluto dall’attuale Ministro della Giustizia, violerebbe non solo, come indicato dagli avvocati, principi fondamentali come quelli contenuti negli articoli 3 (principio di eguaglianza), 27 (principio di umanità della pena) e 32 (diritto alla salute) della Costituzione, ma anche gli articoli 102 e 104 relativi all’ordinamento della Giustizia, perchè realizzerebbe un’illegittima ingerenza del potere esecutivo-legislativo in quello giurisdizionale. “Il magistrato – spiega l’avvocato Andrea Imperato, legale di Zagaria – ha colto i profili specifici di criticità della legge, ponendoli in relazione ai diritti fondamentali della nostra Costituzione, penso in particolare al diritto alla salute, che va garantito a tutti i cittadini”.