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Caserta – Imponevano un pizzo giornaliero di  20 euro ai trans che si prostituivano nella zona compresa tra la stazione ferroviaria di Caserta e il primo tratto di viale Carlo III, a pochi passi dalla Reggia Borbonica patrimonio dell’Unesco. Due presunti “sfruttatori” sono finiti per questo agli arresti domiciliari; si tratta dei 31enni Michele Zampella e Giuseppe Maria. Il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha anche disposto i domiciliari per altri due indagati e due divieti di dimora nella Provincia di Caserta.

L’indagine, coordinata dal sostituto Daniela Pannone, è partita nel settembre scorso dopo che un trans aveva denunciato ai carabinieri le minacce di morte ricevute da due uomini cui da tempo pagava la somma di 20 euro a titolo di tangente per poter svolgere nei pressi della stazione, in via Vivaldi, l’attività di prostituzione. Il giorno della denuncia era però accaduto che il trans non fosse riuscito a raggranellare la somma da dare agli sfruttatori, inducendo così questi ultimi a minacciarlo pesantemente costringendolo alla fuga. “Non me ne frega un…tu mi devi dare i soldi altrimenti ti taglio la testa… – aveva gridato l’indagato Giuseppe Maria puntando un taglierino verso il viso del trans – allora non ha capito niente, mi devi dare venti euro e se mi vai a denunciare ti taglio la testa”.

Dalle indagini sono emerse poi le violenze perpetrate dai due uomini ai danni di altri trans, tra cui una rapina realizzata da Giuseppe Maria ad un trans che non voleva pagargli il pizzo. Tra gli indagati c’è anche il nome del trans brasiliano Thiago Oliveira De Freitas, detto “Bianca”, già agli arresti odmiicliari perché arrestato in un’altra inchiesta sul racket della prostituzione, e indicato da numerosi trans come colui che aveva imposto il suo predominio sulla zona obbligando gli altri a pagare il pizzo. De Freitas, 35 anni, è stato raggiunto dal divieto di dimora insieme all’altro trans brasiliano di 26 anni Carvaho De Souza Fernandez.