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Caserta – “La richiesta di rinvio a giudizio di oltre 100 poliziotti penitenziari per i fatti accaduti nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere era scontato: ora bisognerà vedere le singole responsabilità ed è giusto che chi ha sbagliato paghi, anche se le dinamiche che hanno determinato uno sconcertante travalicamento dei limiti funzionali e operativi di messa in sicurezza del carcere a seguito di fatti altrettanto gravi come quelli delle pesanti manifestazioni di protesta che si sono verificate nei giorni antecedenti la perquisizione straordinaria, testimoniano come la fragilità del sistema penitenziario influisca sulla gestione delle criticità che giornalmente si verificano nelle strutture carcerarie a causa delle Carenze organiche, strumentali e strutturali”. Lo sottolinea, in una nota, il presidente dell’Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria (Uspp), Giuseppe Moretti.

“Siamo convinti a riguardo – continua Moretti – che si debba escludere categoricamente ogni addebito a chi ogni giorno subisce aggressioni da detenuti facinorosi e riluttanti al rispetto delle regole penitenziarie e per questo insistiamo nel richiedere body cam in dotazione al personale, ma anche modifiche al modello custodiale aperto che così come è concepito è causa di illegalità esponenziale. Non va trascurato poi il fatto che gli agenti devono sostituirsi anche a figure specifiche quali educatori, assistenti sociali e psicologi pur non avendone titolo per l’assenza di questi operatori socio pedagogico, con la conseguenza di dover gestire anche complesse situazioni relative a detenuti con problemi psichiatrici”.

Per l’Uspp, “all’indomani delle violente, evasioni e morti in carcere verificatisi nel marzo del 2020 doveva essere dichiarato lo stato d’emergenza delle carceri e tutt’oggi ci sembra l’unico modo per accendere un faro sul declino del sistema penitenziario italiano evitando di usare come capro espiatorio la polizia Penitenziaria rispetto al trattamento inumano dei detenuti. Se si parlasse anche di ciò che umanamente fanno ogni giorno gli agenti si vedrebbe che è un’immagine distorta del Corpo e dei sui oltre 37000 appartenenti, quella che viene fuori dai fatti in questione e sui quali aspetteremo l’esito dell’ultimo grado di giudizio”, conclude il presidente dell’Uspp.