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Napoli – L’assessore Alessandra Clemente ha pubblicato un lungo post parlando del vergognoso e criminale accoltellamento – per fortuna non fatale – di una 17enne in piazza Plebiscito:
 
Due giorni fa una ragazza di 17 anni è stata accoltellata in Piazza Plebiscito da un suo coetaneo, accoltellata alla gola. La ragazza aveva deciso di lasciare il suo aggressore che, con un comportamento criminale intriso di una cultura maschilista e machista, ha deciso di punire quella decisione con il sangue. L’ha abbracciata e l’ha colpita.
 
Un colpo che poteva essere fatale ma che, per fortuna, si è risolto con 10 giorni di prognosi per la giovanissima. Siamo stati ad un passo dall’ennesimo caso di femminicidio, ancor più grave per l’età di vittima e aggressore, due adolescenti.
 
A lei va il mio primo pensiero ed il mio abbraccio più sincero perché non si senta sola; nessuno può arrogarsi il diritto di piegare la volontà degli altri utilizzando la violenza. Purtroppo troppi uomini ancora non accettano che le donne si autodeterminino e siano autonome nelle proprie scelte. Questo non deve farci arretrare ma, anzi, deve spronarci ad essere sempre più forti e indipendenti.
 
In secondo luogo penso al ragazzo: com’è possibile che a 17 anni (come a 60 d’altronde) si possa pensare che la propria fidanzatina sia una proprietà privata e non una persona da rispettare in tutte le sue scelte? E poi com’è possibile pensare che la violenza, la cieca violenza sia la soluzione ad un problema?
 
Tutto questo ci impone una riflessione sulla società odierna, sul nostro sistema culturale ed educativo ed una ferma presa di posizione: la politica si occupi finalmente di questo problema con serietà. È di qualche giorno fa la notizia della sentenza della Consulta che stabilisce il patrocinio gratuito per le donne vittime di violenza. Una decisione per incoraggiare la denuncia. Ma va fatto qualcosa per prevenirla. Bisogna anticipare il problema, non rincorrerlo. La violenza di genere si combatte aiutando le donne a diventare indipendenti, fin da piccole, contrastando il cliché, ancora troppo vivo in Italia, della donna madre e casalinga.
 
Educando i giovani alla non violenza ed alla risoluzione non violenta dei conflitti. Ma si fa anche con l’esempio ed allora io mi chiedo: che esempio stiamo dando ai giovani maschi di questa città? Cosa leggono loro negli atteggiamenti maschilisti dei padri o dei politici in tv? Con quali idee infettiamo le loro teste ogni volta che giudichiamo una donna perché donna e non per il suo operato?
 
Ecco, muoviamoci in questo senso: educazione, cultura, strumenti processuali e normativi a tutela della donna che subisce violenza e che denuncia. Educhiamo i ragazzi e le ragazze e proteggiamoli, anche da chi è latore inconscio di messaggi sbagliatissimi.
 
In questi anni, come Amministrazione, abbiamo portato avanti tanti progetti educativi come “Storie di bullismo”, per sensibilizzare i più giovani al tema della violenza di genere, razziale, omotransfobica; “La scuola e la città” per parlare di educazione civica e ai sentimenti; “#zeromimose, passi, gesti e sguardi di donna” per discutere tutti insieme di pari opportunità e tanti altri ne realizzeremo. Mi mancano tanto queste attività. Anche il nostro modo di fare “prevenzione” con l’alleanza delle istituzioni scolastiche è stato ferito dal virus e non nascondo tanta preoccupazione per ciò che in quest’anno raccoglieremo. Questa preoccupazione deve essere un motivo per rinforzare tutto questo è non metterlo in blocco.
 
Perché non ne possiamo più di queste notizie.
 

Non possiamo più sopportare che una donna sia vittima di violenza maschile. Perché donna, perché proprietà di un maschio.

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Foto scattata nell’ambito del Progetto “La Scuola e la città”, anno scolastico 2018/2019

Due giorni fa una ragazza di 17 anni è stata accoltellata in Piazza Plebiscito da un suo coetaneo, accoltellata alla…

Pubblicato da Alessandra Clemente su Giovedì 14 gennaio 2021