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Napoli è bellezza disarmante, ma è anche un posto dove la legalità alle volte è un optional. Fra gli esempi c’è un parco di recente costruzione nato nella zona di Fuorigrotta, precisamente in una traversa di viale Cavalleggeri d’Aosta, a via Cincinnato.

“Quando lo stavano costruendo sembrava una cosa d’élite – racconta un inquilino del parco-, anche dall’esterno sembrava molto carino. Eppure ora, dopo circa 10 anni dalla costruzione, già sui muri esterni si vede la muffa che impregna anche l’interno delle abitazioni, nonostante gli interventi di raschiatura dei muri esterni fatti in attesa di un controllo, immagino comunale, o forse delle banche che sono intervenute per il costruttore”.

E arriva la denuncia: “Tante case sono state vendute subito dal costruttore e presentano problemi strutturali. Io invece ho preso in affitto una mansarda. Non aveva balconi, solo oblò, ma mi sono accontentato. Quando sono entrato in casa era stata appena pitturata, sembrava in condizioni accettabili e avevo bisogno di un alloggio. Così ho accettato di pagare un affitto alquanto alto per un appartamento di 47mq, e a nero. Ma in quel momento avevo urgenza e necessità di trovare una sistemazione in quella zona. Dopo tanti anni di affitto in nero testimoniato anche dalle varie chat, ho preteso il contratto, che mi è stato concesso solo nel 2021. Chiaramente ho sempre lamentato le problematiche dell’immobile che sono venute fuori già dopo qualche mese, ho lottato per anni con la muffa e il proprietario ha sempre rimandato gli interventi. Recentemente ho poi scoperto che l’immobile in cui vivo non può avere l’abitabilità, come invece il proprietario ha dichiarato nel contratto di fitto e sulla visura catastale allegata al contratto. Me lo ha fatto subito notare un esperto, e la cosa è provabile molto facilmente: mancano le misure dell’altezza. Basti pensare che il punto più alto della casa non arriva in altezza a 240 cm, quello più basso misura 175 cm. E chiaramente queste misure non corrispondono ai criteri di abitabilità, come mi hanno certificato diversi periti”.

E continua: “Per non parlare della muffa di cui mi sono sempre lamentato, che ormai ha rovinato tutte cose in mio possesso: dai mobili, agli abiti, a borse e cinte di pelle, valigie, quadri di valore, specchi, orologi… addirittura nei cassetti è tutto pieno di muffa, nonostante l’utilizzo continuo di prodotti specifici le cui esalazioni nuocciono gravemente alla salute”.

Una situazione difficile insomma: “Appena ho scoperto che tutto questo non era legale, ho cominciato a cercare casa, e appena ho trovato ho comunicato al proprietario che avrei lasciato l’immobile in pochi mesi. Ma mi chiedo: è normale approfittare di persone che magari cercano per necessità un alloggio facendole vivere in condizioni tanto disagiate e dichiarando il falso sui contratti e sulla documentazione, prendendo anche importanti cifre dall’affitto di immobili non regolari? Questo è frodare l’inquilino ma anche lo Stato a mio parere”.

E allora la vera domanda diventa: come è possibile che sulla visura catastale sia dichiarato che l’immobile è di categoria A3 (ossia considerato abitazione economica) quando non corrisponde ai criteri? Secondo i periti tale immobile dovrebbe essere registrato sotto la categoria C2 al massimo, e non come dichiarato sulla visura catastale. L’inquilino, che per il momento preferisce restare anonimo, si è dato una spiegazione: “Chiaramente hanno delle conoscenze, so che ci sono parenti al Comune di Napoli. Ora bisogna vedere se esiste una planimetria catastale corretta o se anche lì è stato dichiarato il falso sull’altezza dell’immobile, se esiste un documento di abitabilità. Questo per capire se è il proprietario l’unico responsabile delle false dichiarazioni o se c’è un giro di corruzione alle spalle che come sempre consente ai più ricchi di approfittare delle persone in difficoltà imbrogliando la legge”.

Dopo aver verificato le condizioni e aver effettuato perizie e consulenze da parte di tecnici specializzati l’inquilino ha tutte le intenzioni di intraprendere una battaglia legale che probabilmente comporterà ulteriori investimenti economici, ma con l’unico obbiettivo di avere giustizia anche per chi vive in situazioni simili e non ha la possibilità di trovare altre soluzioni, affinché in una città come Napoli siano sempre meno le illegalità cercando di dar forza alle persone che lottano contro di esse. “Probabilmente comincerò a porre il problema sotto gli occhi dei media, verrà anche Striscia la Notizia a vedere l’appartamento che ho in fitto e da cui non vedo l’ora di scappare. Sperando un giorno di essere risarcito anche grazie alla legge di tutti questi anni vissuti in condizioni disagiate”, conclude l’inquilino.