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Napoli – Questa mattina la commissione Patrimonio ha approfondito le procedure di dismissione degli immobili comunali. Presieduta da Carmine Sgambati, la discussione è stata incentrata sulle modalità con le quali gli immobili comunali vengono messi in vendita e sulla possibilità dei cittadini interessati di venirne a conoscenza e prendere visione del bene. L’assessora al Patrimonio Alessandra Clemente, l’amministratore unico della Napoli Servizi Andrea de Giacomo e il responsabile dell’area tecnico- gestionale della partecipata Mimmo Gagliardi hanno fornito le informazioni richieste, chiarendo anche che l’inserimento di alcuni beni comuni nel piano delle alienazioni è avvenuta per un errore materiale

Come fa un cittadino, interessato ad acquistare un immobile comunale, a sapere se è in vendita, a conoscerne il prezzo e a visitarlo per decidere se formalizzare la richiesta di acquisto? È la domanda al centro della riunione di oggi della commissione Patrimonio, convocata, come ha spiegato il presidente Sgambati, per rispondere proprio ai numerosi quesiti posti dai cittadini sull’argomento.

I beni immobiliari comunali da valorizzare e dismettere, hanno spiegato l’assessora Clemente e l’amministratore unico della Napoli Servizi de Giacomo, sono inseriti in un apposito documento della Giunta, aggiornato annualmente, che viene presentato al Consiglio comunale in occasione della manovra di bilancio di previsione triennale. Tre le tipologie di beni che possono essere vendute: gli immobili del patrimonio disponibile ad uso abitativo, quelli del patrimonio ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) e gli immobili disponibili composti da aree, suoli e poli artigianali.

Tra questi, solo gli immobili ERP, se non acquistati dall’occupante legittimo, non possono essere messi all’asta. Per semplificare e rendere trasparenti tutte le procedure connesse alle aste, la Napoli Servizi ha stilato protocolli d’intesa con la Borsa Immobiliare di Napoli per le perizie e con il Collegio notarile per l’utilizzazione del suo sito internet, su cui vengono caricate tutte le notizie relative al bene, dalla perizia ai documenti allegati. Oggetto del protocollo con il Collegio notarile, anche la standardizzazione di tutte le procedure di vendita  e la definizione di tariffe uguali per tutti. La notizia della vendita all’asta di un bene viene inserita anche sul sito del Comune di Napoli e su quello della Napoli Servizi.

 La semplificazione prevede, ancora, un’interlocuzione con la Soprintendenza, per rendere più rapido il rilascio di pareri e nulla osta di competenza quando il bene da mettere in vendita richiede una pronuncia dell’ente. È allo studio, infine, la possibilità di pubblicare i dati del bene che si intende mettere in vendita anche prima dell’avvio della procedura formale, una modalità già sperimentata in altri comuni e che aiuterebbe a dare la priorità a quei beni per i quali si registra un maggiore apprezzamento sul mercato.

L’assessora Clemente ha poi ricordato che ogni anno la Giunta rimodula e aggiorna il piano delle valorizzazioni e delle alienazioni immobiliari da sottoporre al Consiglio, in modo da fornire informazioni sull’attuazione di quanto precedentemente indicato. Nel piano di quest’anno, contenuto nella delibera 138 del 31 marzo scorso, per errore, sono stati inseriti dei beni rientranti nella categoria dei beni comuni, disciplinati dalla delibera di riferimento che ne prevede uno status giuridico diverso e li sottrae al mercato sancendone l’indisponibilità. Le notizie di stampa che fanno riferimento ad un cambiamento di rotta dell’Amministrazione rispetto ad essi, come il lido Pola e l’ex carcere Filangieri, ha detto l’assessora rispondendo ad una domanda del consigliere Santoro (Misto-Fratelli d’Italia), sono conseguenza di questo errore materiale dell’elenco di beni da dismettere.

Resta, per il consigliere Santoro, la convinzione che qualcosa non funzioni nel meccanismo della dismissione, visto che molti dei beni da dismettere non vengono poi materialmente venduti. Trattandosi di un’attività fondamentale per le casse comunali, andrebbe forse rivista e semplificata la procedura. Infine, sarebbe utile poter visionare l’elenco dei beni, divisi per categorie, venduti nel 2018, per avere un’idea dell’andamento del processo di dismissione.