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Alcuni telefoni cellulari perfettamente funzionanti sono stati sequestrati dal personale di polizia Penitenziaria nelle sezioni detentive del centro penitenziario di Secondigliano, a Napoli. A dare la notizia è Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe che ipotizza l’introduzione dall’esterno mediante l’utilizzo di droni.
Ieri mattina – spiega – è stata fatta una perquisizione nella sezione ad alta sicurezza, dove sono ristretti oltre 250 detenuti, e sono stati rinvenuti alcuni micro-telefoni cellulari, caricabatterie ed inoltre è stata rivenuta una sacca/borsa (“cala cala”) agganciata ad una corda rudimentale fatta di fettucce di stoffa ed adesivo ricavato dagli involucri delle confezioni di acqua, che si presume venisse usata per trasportare carico pervenuto da esterno tramite l’ausilio dei droni“.
Apprezzamento al personale di Polizia Penitenziaria in servizio a Secondigliano arrivano anche da Donato Capece, segretario generale del Sappe: “I rinvenimenti di ieri confermano tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con livelli minimi di sicurezza. Si pensi, ad esempio, a quanto avvenne tempo fa, nel carcere di Frosinone, dove proprio con un drone venne trasportata dall’esterno in carcere una pistola, usata in un regolamento di conti di detenuti“.
Per Capece la Polizia Penitenziaria deve “disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura“.