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Il gip di Napoli Nord Raffaele Coppola ha convalidato i nove fermi emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e notificati lo scorso 10 ottobre dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna. Per tutti gli indagati è stata emessa la misure cautelare del carcere.
Le accuse contestate dalla Procura di Napoli agli indagati – tra esponenti di un gruppo camorristico locale, ex amministratori pubblici e funzionari comunali – sono, vario titolo, associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e corruzione, aggravati dalla finalità mafiose.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Fioravante De Rosa, Rocco Spina, Mirella Baldascino, Paolo Sperlongano e Claudio Castaldo.
I destinatari delle misure cautelari sono invece l’ex assessore comunale di Caivano Carmine Peluso l’ex consigliere comunale Giovanbattista Alibrico, l’esponente politico Armando Falco, insieme con il tecnico comunale Martino Pezzella e il dirigente comunale Vincenzo Zampella.
Gli altri destinatari dei provvedimenti sono Raffaele Bervicato (ritenuto uomo di fiducia del boss locale Antonio Angelino), Raffaele Lionelli (ritenuto colui che recuperava e custodiva armi e che gestiva le estorsioni e il welfare per i detenuti) Domenico Galdiero (indicato come colui che si occupava tra l’altro delle estorsioni) e Massimiliano Volpicelli, incaricato di attuare le direttive di Antonio Angelino.

Figura anche un’aggressione in strada, subìta da un consigliere comunale che inizialmente ha preferito non denunciare le violenze, dalle indagini sulla presunta saldatura tra politica e camorra finalizzata a condizionare gli appalti pubblici a Caivano, in provincia di Napoli.
Due giorni fa (il 10 ottobre scorso) i carabinieri hanno notificato un fermo della DDA a 9 indagati – tra esponenti di un gruppo camorristico locale, ex amministratori pubblici e funzionari comunali – che oggi sono stati tutti convalidati dal gip di Napoli Nord Raffaele Coppola.
Riguardo l’aggressione subita dal consigliere comunale di maggioranza, la sua presenza, con il volto tumefatto non passò inosservata a una seduta del Consiglio comunale risalente al settembre 2021. Invero una pattuglia dei militari, quel giorno, durante un giro di perlustrazione in città, riconobbe il politico discutere animatamente con delle persone poi identificate, anche grazie alle intercettazioni ambientali, in due presunti affiliati alla camorra locale.
Sia il politico, sia la moglie, come anche un loro vicino di casa, convocati in Caserma come persone informate dei fatti si sono mostrati reticenti davanti alle domande dei carabinieri. La vittima infatti si è poi rifiutata di presentare una denuncia e molte circostanze relative alla vicenda – che aveva tutti i connotati di una tentata estorsione – sono state acquisite dagli investigatori soprattutto grazie alle intercettazioni.
Siccome il politico era impegnato nella ristrutturazione di un’abitazione con il Bonus 110% non si esclude che coloro che gli sferrarono un violentissimo pugno in pieno viso volessero chiedergli il “pizzo” ma gli inquirenti non escludono che dietro quell’aggressione ci possa essere anche il tentativo di ottenere dal consigliere comunale (poi diventato assessore) utilità collegate alla carica che ricopriva in seno all’amministrazione comunale.