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Napoli – Nessun commento a caldo, non adesso quantomeno, ma un ragionamento realizzato a freddo. Il sindaco Luigi de Magistris, con un post preparato nella tarda serata di ieri, affida ancora una volta a Facebook le proprie considerazioni elettorali. Quello che ne viene fuori è ancora una volta un appello alla coesione e all’antifascismo. 

“Scrivo questo post poco prima delle 23 di domenica ad urne ancora chiuse e ne programmo la pubblicazione su Fb alle 8 di lunedì – è l’incipit del messaggio dell’ex pm – Non so chi governerà, vedremo. Nasce una nuova legislatura, con parlamentari che sederanno in scranni che hanno fatto la storia del nostro Paese, nella Camera dei Deputati e nel Senato della Repubblica in cui sono state scritte, dal dopoguerra, pagine belle e pagine indegne. Negli ultimi quarant’anni, a mio avviso, quelle poltrone sono state soprattutto comode e lussuose, protagoniste di una lunga e brutta stagione politica, non certo legislature ricordate in positivo per il progresso della nostra società in maniera costituzionalmente orientata. Certamente – e qui arriva la prima stilettata – le poltrone dei sindaci, eletti direttamente dal popolo e non con leggi truffa, scottano di più, piene di responsabilità e di pericoli, sono povere, trasudano fatica e sacrifici. Stiamo sempre a contatto con la gente. Certo, anche tra i sindaci ci sono mariuoli, affaristi, incapaci”.
 
Il sindaco de Magistris si rivolge quindi alle prossime Camere con un appello dai toni e dai contenuti inequivocabili: “Dopo sette anni da sindaco, in una missione ardua, faticosa e appassionata, auspico che il nuovo Parlamento, finalmente, ponga attenzione ai territori che rappresentiamo, da sud a nord dell’Italia, ai diritti oppressi ed ai bisogni negati, al debito storico ereditato che soffoca ed impedisce la nostra azione. Si legiferi per le persone, per i diritti, per la giustizia, per l’uguaglianza, per la felicità del popolo. L’Italia ha bisogno di ritrovare coesione democratica, pur nelle profonde diversità, non possiamo consentirci una stagione di rancore profondo, di odio, di indifferenze. L’Italia ha bisogno di democrazia partecipata, di militanza popolare, di profonda onestà e coraggio nella rottura del sistema, di affidabilità di governo e, finalmente, di attuazione della Costituzione nata dalla resistenza al nazifascismo».