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Napoli – Il presidente Solombrino ha richiamato le perplessità emerse da parte di alcuni consiglieri durante il dibattito in Consiglio sulle tre delibere che propongono la dismissione e il cambio della destinazione d’uso di alcune aree mercatali coperte: via Tevere nel quartiere Soccavo, Sant’Anna di Palazzo nel quartiere san Ferdinando, via Monterosa nel quartiere Scampia e via Livio Andronico nel quartiere Soccavo. Le tre delibere erano state oggetto di “questioni pregiudiziali” proposte dai consiglieri Troncone (Misto) e Moretto (Prima Napoli) che hanno nuovamente riassunto i motivi per i quali hanno chiesto in Consiglio di sospendere la discussione: per il consigliere Troncone, la necessità di pareri tecnici chiari da parte degli uffici della Pianificazione urbanistica, a proposito del cambio di destinazione d’uso, e della Regione per la competenza in materia di mercati; inoltre, la necessità che siano chiarite le esigenze reali dei territori; per Moretto, la scelta di dismettere mercati rionali va fatta sulla base dell’analisi dei bisogni, evitando di compiere scelte che negli anni passati hanno favorito la grande distribuzione, oggi in crisi in città; del resto, ha concluso, nel programma del Sindaco era presente la scelta di valorizzare, e non vendere, i mercati rionali; nel caso specifico, le Municipalità si dicono d’accordo alla dismissione perché si tratta di strutture degradate e fatiscenti.

Molti i consiglieri intervenuti nella discussione: per Mario Coppeto (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra) non si può prescindere da un ragionamento più ampio su ciò che ha profondamente cambiato la distribuzione in città, chiedendosi anche se sia possibile recuperare in funzione culturale il sistema mercatale rionale, ragionamento che si attaglia in particolare alla struttura di Sant’Anna di Palazzo che nacque proprio per la riqualificazione dei Quartieri Spagnoli; per Elena Coccia (Sinistra Napoli in Comune a Sinistra) occorre, anche se l’obiettivo è la vendita di strutture che non vengono usate come mercati, una valutazione, che ha natura urbanistica, sull’uso di queste attrezzature: ad esempio, per Sant’Anna di Palazzo, sarebbe possibile pensare ad un incubatore per l’artigianato locale tanto più che ci si trova nel perimetro del Centro storico tutelato dall’Unesco dove non è auspicabile una nuova attività della grande distribuzione che distrugge gli operatori locali; per Laura Bismuto (Dema) le aree mercatali andrebbero rilanciate con investimenti economici sulle strutture e politici sull’uso che potrebbe esser fatto di queste risorse come luoghi di aggregazione e anche di impresa, considerate le difficili condizioni della popolazione; per Rosario Andreozzi (Dema) bisogna consentire ai territori di progettare il proprio sviluppo e la dismissione di strutture ormai degradate e non utilizzate potrebbe consentire di investire nella riqualificazione di quelle che ancora svolgono questa funzione e che versano in condizioni pietose, come la Piramide di Scampia; per il presidente della commissione Sport e Patrimonio, Sgambati, occorre interrogarsi a fondo sulle modalità con le quali ci si attrezza per la vendita del patrimonio immobiliare sulla quale si fonda il bilancio comunale.

L’assessore alle Attività produttive Panini ha spiegato che, in generale, una volta concluso il censimento delle aree disponibili per i mercati, in atto ad opera dell’ordine dei geometri, si potrà approvare il nuovo piano dei mercati. Le delibere in discussione prevedono la dismissione di aree mercatali che non sono utilizzate come tali; nel caso della struttura di via Monterosa, destinata originariamente ad ospitare un incubatore di impresa femminile, sono tuttora dedicate ben 12 unità di soci cooperatori; Sant’Anna di Palazzo non è mai stata adatta ad ospitare un mercato perché i box sono troppo piccoli; per via Tevere esiste già dal 2010 un atto dirigenziale di chiusura per le pessime condizioni igienico sanitarie; per il mercato di via Livio Andronico, mentre si completava il bando per le assegnazioni dei box, è praticamente raddoppiata la spesa prevista di 270mila euro per la sua ristrutturazione (le ristrutturazioni dei mercati non sono finanziabili con fondi europei). Si tratta, insomma, di strutture tutte inutilizzate da tempo, per le quali la valutazione di cederle al Patrimonio è esclusivamente tecnico economica, ed in questo senso si è espressa anche la dirigente del servizio Mercati Rosaria Rossi.

L’assessore alle Politiche urbane Piscopo ha ribadito in commissione che i mercati rionali rientrano nella categoria più generale delle attrezzature di interesse comune previste dal Piano Regolatore Generale e che quindi non è in gioco, in questo caso, nessun cambiamento dal punto di vista urbanistico; ha proposto, come già fatto in Consiglio, di cambiare il dispositivo delle delibere per rendere ancora più chiaro che un differente utilizzo, da quello mercatale, non richiede alcuna variante urbanistica. Anche il dirigente del servizio Pianificazione urbanistica Ceudech ha confermato che un’utilizzazione diversa di strutture inserite nella tavola 8 del PRG deve soltanto rispettare il criterio della conformità al PRG. Per la dirigente della direzione Patrimonio Aprea al Consiglio spetta la scelta sulla dismissione e, non modificando il piano regolatore, la scelta di una nuova utilizzazione può essere assunta su proposta delle Municipalità. Il Patrimonio interviene solo a valle della scelta della dismissione, ha confermato Raffaele Carotenuto dello staff dell’assessorato al Patrimonio, una scelta che il Consiglio può effettuare anche dettando un profilo stringente per l’utilizzazione futura dei beni da mettere in vendita.