“Questo è il momento migliore della mia carriera, ma non è il mio limite. Posso ancora migliorare, ho tanta strada da fare. So che se continuo ad allenarmi posso crescere“. Così Giovanni Simeone descrive la sua prima stagione a Napoli, vissuta partendo dalla panchina ma confermandosi determinante quando entra. L’attaccante argentino ha parlato a Sky Sport Uk parlando del sogno di Napoli di vincere il titolo e della voglia di dare tutto anche in Champions League: “Il gruppo – spiega – è la cosa più importante e per vincere servirà ogni giocatore. Se l’attaccante titolare non segna, il sostituto può farlo. Lo stesso vale per la difesa e il centrocampo. Per ottenere le vittorie, dobbiamo essere presenti in ogni partita, coem dice mio ‘partido a partido’, partita dopo partita. Dobbiamo essere pronti a tutto, perché ogni tre punti contano. Sento la stessa cosa con la Champions League, possiamo giocare contro qualsiasi club, poi è difficile dire se vincerai o meno. Ma noi siamo pronti, la Champions è davvero importante. Voglio esserci ancora a giugno”.
“Essere un argentino qui a Napoli è fantastico. Il Napoli è diverso, questo club rappresenta la storia d’Italia e di Diego Armando Maradona. Per me è un piacere giocare qui, perché tutti i tifosi mi vedono argentino e proprio per via di Maradona vogliono parlarmi. Nell’intera città tutti sono fan, parlano e respirano di calcio. I napoletani sono simili agli argentini. Parliamo in modo simile, abbiamo gli stessi gesti. Sembra davvero di essere a casa. Io sono come loro perché il calcio per me è una passione“. Ha aggiunto l’attaccante del Napoli Giovanni Simeone a Sky Sports Uk. Simeone parla anche del suo primo anno in azzurro, partendo quasi sempre dalla panchina dietro a Osimhen: “Il debutto contro il Liverpool – ha detto – è stato il miglior momento. La prima partita, il primo gol: un sogno che si è avverato. Non è facile sapere che non inizi da titolare, quando il mister mi dice che sarò in panchina, è difficile per me ma mi preparo sempre come se stessi iniziando dal 1′. Devo essere pronto a tutto, a ogni minuto che mi viene concesso. La qualità del tempo è più importante della quantità. In panchina durante le partite parlo sempre con i compagni. Con Raspadori dico: ‘Guarda, questo è il momento in cui devi fare così’. Oppure mi dico: ‘Ok, quando entriamo, forse dobbiamo farlo così.’ Ne parliamo sempre“.