- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Palestina. Lo street artist napoletano Jorit Agoch dipinge sul Muro a Betlemme il volto della giovane prigioniera, che sarà rilasciata nelle prossime ore. Jorit avrebbe voluto farne un altro ieri mattina. Assieme al suo amico aveva già imbiancato quattro alti pilastri del Muro destinati a ospitare la nuova opera ma i soldati israeliani di guardia nella vicina torretta di sorveglianza sono intervenuti per fermarli.
«Ci sono venuti incontro armi in pugno e ci hanno fatto capire con modi bruschi che quel murale, a breve distanza dalla loro torretta, dovevamo dimenticarcelo», ci racconta Jorit che ha stabilito il suo laboratorio accanto a una stazione di rifornimento a ridosso del Muro. Lo street artist napoletano non ama le interviste, non vuole darne. E in generale non è di molte parole. Ci spiega però la sua scelta di dedicare il primo lavoro a Betlemme ad Ahed Tamimi. «Di lei mi hanno colpito il coraggio e la determinazione – ci dice – Ahed è una ragazza molto giovane che ha saputo esprimere con un gesto forte quanto aveva dentro. E realizzare un murale con il suo volto, qui in Cisgiordania, è stato naturale».

Tra qualche ora, domani, Ahed Tamimi, lascerà la prigione dove è stata detenuta per otto mesi assieme alla mamma Nariman, condannata per aver ripreso sul suo telefono e pubblicato sui social il diverbio tra sua figlia e i soldati. La ragazza, ormai nota ovunque, ha raccolto ampia solidarietà non solo dai palestinesi ma anche da cittadini di molti paesi, sdegnati da una condanna al carcere che ritengono profondamente ingiusta.

Tanti hanno messo a confronto gli otto mesi di carcere scontati da Ahed Tamimi per aver schiaffeggiato quei militari con i 18 mesi, ridotti poi a nove, del soldato israeliano Elor Azaria che due anni fa a Hebron uccise a sangue freddo un assalitore palestinese a terra gravemente ferito e non più in grado di nuocere.

La ragazza di Nabi Saleh è un simbolo di resistenza in patria mentre per gran parte degli israeliani è solo una terrorista che avrebbe meritato una condanna ben più severa. La famiglia si prepara ad accoglierla assieme alla madre ma non si conoscono ancora le condizioni della sua liberazione stabilite dalle autorità israeliane. E potrebbero essere particolarmente restrittive. Ahed Tamimi torna a casa mentre la tensione sale in Cisgiordania e a Gerusalemme Est e Gaza rischia di dover affrontare una nuova ampia offensiva militare israeliana. Ieri, durante le manifestazioni della Marcia del Ritorno lungo le linee tra Gaza e Israele, due dimostranti palestinesi (un ragazzo di 14 anni e un uomo di 43, Razi Abu Mustafa) sono stati uccisi da un colpo di precisione.

Altre decine sono stati feriti, tra cui 14 bambini. Israele intanto si prepara ad espandere ulteriormente le sue colonie in Cisgiordania (il ministro Lieberman ha annunciato ieri 400 nuove case per coloni) in risposta all’uccisione giovedì sera di un colono israeliano nell’insediamento di Adam compiuto da un 17enne palestinese, a sua volta ucciso. Scontri tra polizia israeliana e palestinesi ieri anche sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme.