- Pubblicità -
Tempo di lettura: < 1 minuto

Roma – “Non pensavo fosse un carabiniere, avevo paura di essere nuovamente ingannato“. Con queste parole si è difeso Elder Finnegan Lee, il 19enne americano che ha confessato il delitto di Mario Cerciello Brega, il vicebrigadiere di Somma Vesuviana ucciso con otto coltellate. Una giustificazione che ha dell’assurdo e che, di certo, non alleggerisce la posizione del ragazzo arrestato con l’accusa di omicidio aggravato in concorso e tentata estorsione. Le Forze dell’Ordine sono arrivate ai due americani grazie alle videocamere di sorveglianza e ai tabulati telefonici. I due sono stati sottoposti a due interrogatori e una perquisizione e nel corso di quest’ultima è stata trovata anche l’arma del delitto, un coltello di grosse dimensioni nascosto dietro a un pannello a sospensione del soffitto, e gli abiti usati la sera del delitto. I fermati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Roma Regina Coeli a disposizione dell’autorità giudiziaria.