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Napoli – L’inno della Resistenza italiana continua a tenere banco spaccando ancora una volta il consiglio comunale di Napoli. A innescare la nuova polemica l’iniziativa andata stamattina in scena nell’assemblea di via Verdi. La maggioranza, il sindaco Luigi de Magistris e gli esponenti della Giunta si sono alzati in piedi e hanno intonato in aula “Bella Ciao”. La proposta è stata lanciata dal consigliere di Napoli Sinistra in Comune Mario Coppeto dopo le feroci polemiche esplose nelle ultime settimane a seguito dell’inserimento della canzone nella recita di Natale della scuola “De Amicis” di Chiaia e le proteste di alcuni genitori ai quali la cosa non era andata giù. Le conseguenze politiche non si sono però fatte attendere, tanto che l’opposizione, lamentando anche lo “svuotamento” delle commissioni consiliari, ha presentato l’atto di sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio Sandro Fucito, accusato di «non tutelare le minoranze».

«Non è una questione ideologica ma ritengo che di “Bella Ciao” sia stata fatta una strumentalizzazione anche offensiva per il momento storico in cui questa canzone nasce», commenta a caldo il consigliere comunale della Lega Vincenzo Moretto, che ha aggiunto: «La storia va rispettata. Questo non era il momento opportuno per cantare e quella canzone non ha nulla a che vedere né con una recita scolastica né con i lavori del consiglio comunale». Le opposizioni, come detto, hanno duramente criticato il presidente Fucito, sottolineando che «non è un attacco, una critica alla persona di Fucito, politico di lungo corso e di grandi capacità, ma per il modo in cui sta interpretando il proprio ruolo che non è più di garante delle prerogative delle minoranze». Una posizione che finisce per compattare Pd, M5s, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. «Il comportamento di Fucito – dichiara Andrea Santoro di Fdi – riflette l’atteggiamento irriverente che questa Amministrazione ha nei confronti del Consiglio e delle sue articolazioni». Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere grillino Matteo Brambilla: «Fucito non è più superpartes e lo dimostrano i fatti. È ormai venuto meno il suo ruolo di garanzia». Rispetto al tema del funzionamento delle commissioni consiliari, Diego Venanzoni (Pd) ha evidenziato che «è la minoranza a garantire l’agibilità politica perché la maggioranza è distratta da tre mesi dalla questione dell’assegnazione delle deleghe con cui si arriverà al paradosso che il controllore sarà anche il controllato. Commissioni in cui spesso noi ci troviamo a doverci confrontare con gli staffisti perché gli assessori non si presentano». Per Marco Nonno (Fdi) la mozione di sfiducia «rappresenta una sconfitta nel momento stesso in cui viene presentata. Chiedo al sindaco di intervenire nelle repliche e di prendere posizione rispetto a tutte le questioni che abbiamo sottoposto e che rendono questo Consiglio meno autorevole».