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Perché la bimba caduta da quel palazzo non era a scuola? Cosa si sta facendo per il futuro, i diritti, la sicurezza e il benessere, anche sociale, psicologico e culturale dei bambini a Caivano?“. E’ la domanda che rivolge alle istituzioni l’avvocato Angelo Pisani, legale della mamma di una delle due cuginette vittima di abusi a Caivano ed anche del padre della piccola Fortuna Loffredo, la bambina stuprata e buttata giù dall’ottavo piano di un edificio di Caivano nel 2014. “Sembrerebbe si sia trattato di un incidente – dice ancora Angelo Pisanima episodi come questi mi portano alla memoria un altro episodio analogo, quello che vide protagonista Fortuna Loffredo. Quando sento di strane cadute di bambini penso sempre all’omicidio di Caivano, che qualcuno voleva far passare per caduta accidentale ma che invece ha dato la possibilità di far aprire gli occhi su orrori, crimini e scenari terribili“.

La replica – Non era a scuola perché aveva mal di gola ed era sola a casa perché la mamma era andata in farmacia per comprarle qualche medicina. A raccontare quanto accaduto stamattina a Caivano, dove una bimba di cinque anni è precipitata dal balcone di un secondo piano, è lo zio paterno della piccola. La coppia del Burkina Faso è regolare in Italia e ha cinque figli. Tre erano a scuola, ha detto lo zio paterno, e due invece erano rimasti a casa perché la piccola non stava bene. Ragione per cui la mamma, mentre il papà era a lavoro in un caseificio, si è allontanata e li ha lasciati soli per recarsi in una farmacia vicina. Sul balcone della famiglia ci sono giochi, macchinine, mentre sono visibilmente piegati i fili di ferro per stendere il bucato del balcone sottostante che, nella caduta, hanno salvato la piccola.