È l’altra faccia del boom turistico a Napoli, lontano dai riflettori dei media: la fuga dal centro storico per il caro affitti. Un fenomeno in crescita, almeno quanto i prezzi delle locazioni. E sabato 15 aprile, in piazza Dante (ore 16), Potere al Popolo ha indetto una manifestazione di protesta.
“La prestigiosa rivista statunitense Time ha collocato Napoli al vertice della sua lista delle città del mondo da visitare assolutamente nel 2023, in quanto artefice di una vera e propria rinascita, dopo decenni di degrado e di abbandono – afferma una nota di PaP -.Sull’onda di questo successo internazionale, nel weekend di Pasqua Napoli ha accolto ben 200.000 visitatori, circa 60.000 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ciò rappresenta un giro d’affari di decine di milioni di euro per la città. Ma è tutto oro quello che luccica? Quale impatto ha la straordinaria rinascita nella vita delle persone che ci abitano? Si può considerare sostenibile sul medio e lungo periodo? E il benessere che il turismo produce è equamente distribuito in tutte le fasce della popolazione oppure sta accentuando le sue contraddizioni storiche, mai davvero affrontate e risolte?”.
Domande retoriche, probabilmente. Quanto sta avvenendo non è una novità. È oggetto di studio, da anni, nelle scienze sociali. Napoli conosce il suo galoppante processo di gentrificazione, ossia la trasformazione di un quartiere popolare in zona abitativa di pregio. Le conseguenze visibili sono il mutamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni. “Oggi pago 350 euro per un soppalco senza finestre, con le spese si arriva a 400-420 euro. Ma almeno è più spaziosa di prima”. Nicola, studente universitario fuorisede, si ritiene perfino fortunato. “In precedenza – spiega – pagavo 250 euro per una stanza ricavata da un bagno diviso in due parti, dopo lunga contrattazione. All’inizio ne volevano 300. Con le bollette e le spese condominiali si arrivava a 350 euro”.
Chi non può permettersi certi fitti, non ha molte alternative. “La situazione – dice lo studente – ti impone molte rinunce e di trovare lavoretti, che purtroppo qui sono sempre al nero e sottopagati”. Nicola considera “scandalosa la mia esperienza”. E denuncia: “Molti proprietari hanno ristrutturato le case, facendo leva sui bonus del periodo Covid, per poi adibirle a case vacanza e bed and breakfast. Quei 250 euro che ricevevano come fitto mensile, ormai lo incassano in uno-due giorni”.
Il mercato dei fitti è spietato, e spesso senza regole. Le ultime statistiche di Aigo Confesercenti indicano che in Italia – soltanto nel 2023 – le richieste di concessioni per case vacanze sono aumentate del 300%. E il trend a Napoli appare irrefrenabile. “Come sta succedendo per altre città turistiche – dichiara Antonio Giardino di Potere al Popolo Napoli – qui stiamo assistendo all’esplosione di questa tendenza. La giunta Manfredi si crogiola sull’aumento del turismo, ma nessuno si sta chiedendo cosa comporti. Nessuno di noi è contrario al turismo, però il fatto che tutto sia senza regolamentazione, determina problemi in primis per gli abitanti storici dei luoghi, gli studenti e i lavoratori, già in difficoltà per il carovita e l’inflazione causato dalla guerra e altre cause economiche”.
Secondo l’esponente di PaP, “per una stanza si chiedono anche 500 euro. I bilocali partono dagli 800-900 euro. Per chi ha uno stipendio normale sono cifre proibitive”. Insomma, niente di nuovo: a pagare sono i più deboli.