- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Clima da stadio nell’aula consiliare della quinta municipalità, dove volano scintille sui box interrati al Vomero Arenella. Nel secondo round di audizioni in 48 ore, c’è Ignazio Leone, responsabile unico del procedimento. Dal dibattito arriva conferma di come sia certo solo uno dei tre stralci del progetto originario. Ovvero piazza degli Artisti, dove sono previsti 315 posti privati, su 4 livelli sotterranei. Incerto il destino di via Tino di Camaino e via De Bustis, area mercatale, la cui disponibilità sarà verificata più in là. Ma a rallentare il cantiere c’è anche il caso fitolacca, emerso negli ultimi mesi. Sull’albero di piazza degli Artisti è stato infatti posto un vincolo monumentale.

“Ci è stato presentato un progetto di adeguamento – spiega il dirigente comunale – in modo da salvaguardare la fitolacca, però va adeguato, perché sono state modificate delle sistemazioni di superficie”. Un intoppo per la cooperativa edilizia Napoli 2000, cui manca solo il permesso a costruire. In aula l’avvocato Giancarlo Violante, consigliere della cooperativa, parla tra gli strali dei No Box, cui danno manforte anche consiglieri municipali. La spaccatura nella maggioranza della municipalità – la stessa dell’amministrazione Manfredi, favorevole all’opera – inizia a palesarsi.

“Stiamo sostenendo oneri per la collettività – afferma Violanteche vanno ben oltre quelli che devono essere sostenuti dall’imprenditore che deve trovare il proprio utile. Abbiamo accettato un progetto che prevede una sistemazione superficiale in piazza degli artisti del costo di 1,8 milioni di euro. Come abitanti della zona ne siamo ben lieti, perché saremo i primi a beneficiarne”. L’esponente di Napoli 2000 stigmatizza “la problematica più volte sollevata in maniera astratta della possibilità della pubblica amministrazione di procedere ad una revoca della concessione”. E sottolinea: “La cooperativa, a seguito della firma della convenzione con il Comune, ha una posizione di affidamento rafforzato. Che significa che in ipotesi di revoca le giustificazioni devono essere particolarmente significative e penetranti”. Questo “lo dico perché, e mi richiamo alla vicenda di piazza Vittoria – aggiunge il legale -, il Comune di Napoli è stato già condannato a pagare 8 milioni di euro”. Parole che suonano come un avvertimento, e infiammano gli animi.

Le tensioni raggiungono l’apice quando interviene Enzo Russo, esponente della rete No Box, ma anche funzionario comunale che scrisse nel 2011 la delibera di sospensione al piano parcheggi: “Lo stesso Violante ci dice che un box ha un costo di 70.000 euro, che moltiplicati per 370 soci della cooperativa fanno oltre 30 milioni di euro. Il costo da computo metrico consegnato (documento di analisi su opere necessarie e costi, ndr) è di 5 milioni di euro. Quei 25 milioni di surplus euro a chi vanno?”. Il consigliere della cooperativa replica: “Non sono in grado di dare una risposta, ma gli organismi tecnici della società la forniranno”. Russo ribatte: “Al mio paese, quando v’era un’operazione del genere, qualcuno parlava di speculazione edilizia”. Un altro tecnico No Box, l’architetto Antimo Di Martino, incalza Leone: “Il progetto è sbagliato sin dall’inizio, perché non si è mai tenuto conto che sono sensibili gli spostamenti che si realizzano nel sottosuolo e sui fabbricati prospicienti. Poi con la realizzazione della sola piazza degli Artisti, mi sembra strano che voi non abbiate ritenuto fondamentale cautelarvi dalla perdita degli 83 posti auto sulle strisce blu, cioè un danno erariale”.
Il braccio di ferro va avanti.