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È la bevanda più consumata in Italia e nel mondo, la sua invenzione risale al 1933 grazie all’intuizione di Bialetti, e da quel giorno in poi non c’è nessuno, soprattutto italiano, che non abbia assaporato per una volta “na tazzulell e cafè“.
Il caffè è un piacere, è una scusa, il caffè preparato nella moka è sentirsi italiani nel mondo. Tante ricette, tanti consigli su come prepararlo in casa, ma qual è la dose corretta?

La dose corretta è di 2 cucchiaini colmi, corrispondenti a circa 6 g di caffè per tazzina. Né più né meno. Quindi, per una caffettiera da 3 tazze, 6 cucchiaini e 150 ml di acqua rigorosamente fredda, da versare nella parte inferiore della moka, avendo l’accortezza di non superare il livello della valvola di sicurezza. Nelle caffettiere moka è presente una tacca che indica il livello dell’acqua da non superare.

La polvere nel filtro non va mai pressata, tantomeno bucherellata. Dopo aver posto la caffettiera sul fornello utilizzando, è importante, una fiamma bassa, l’acqua riscaldata passerà attraverso il caffè producendo la bevanda per percolazione. Quando tutto il liquido sarà risalito, nella caldaia resterà soltanto del vapore acqueo, che, fuoriuscendo per ultimo, creerà il tipico borbottio finale.

Due ultimi trucchi da ricordare per rendere il caffè con la moka perfetto: quando si acquista una nuova Moka occorre prima rodarla. Non si beve mai il primo caffè: se ne fanno 3 o 4 “a vuoto” prima di cominciare ad utilizzarla, perché più è usata, meglio rende.
La moka non va mai lavata con detersivo, ma solamente con acqua calda riponendola – una volta pulita – smontata per evitare che residui di umidità formino piccole muffe.

Parafrasando Fabrizio De André: “Ah che bell’ ‘o cafè, pure in carcere ‘o sanno fâ, co’ â ricetta ch’a Ciccirinella compagno di cella ci ha dato a mammà“.