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Un record tutto partenopeo: il Napoli è la squadra con meno infortuni in Europa. Il dato emerge dai risultati dell’Uefa Elite club injury study svolta dal football research group tra 19 squadre internazionali da luglio a settembre 2017. La ricerca coinvolge club prestigiosi come Juventus, Barcellona, Manchester City, Manchester United, Paris Saint-Germain, Monaco, Borussia Dortmund, Celtic, Chelsea, Atletico Madrid, Basilea, Porto, Shakthar Donetsk,  Cska Mosca, Anderlecht, Benfica, Sporting Lisbona e Tottenham.

E se il tasso medio di infortuni per le squadre europee è di 4,2 lesioni ogni mille ore di attività, il Napoli si aggiudica la testa della classifica con 0,6 lesioni ogni mille ore di attività.

Il lavoro di prevenzione svolto dallo staff medico, coordinato dal dottor Alfonso De Nicola, ha un ruolo fondamentale che incide, seppur in minima parte, anche sulle prestazioni della squadra.

Sono anni – spiega ad Anteprima24 il dottor De Nicola – che cerchiamo di lavorare sulla prevenzione degli infortuni e per molti aspetti ci siamo riusciti. Per alcuni infortuni come quello del crociato anteriore ancora no. Siamo riusciti a ridurre moltissimo i tempi di recupero, abbiamo portato ai massimi livelli l’affidabilità dell’intervento, però ancora non siamo in grado di stabilire quali sono le cause precise della lesione del legamento crociato anteriore quando non è traumatica. Quando la lesione non è traumatica la cosa ci preoccupa anche perché se non siamo capaci di prevenire un infortunio a un ginocchio non siamo nemmeno capaci di prevenire quello all’altro ginocchio così com’è successo in particolare con Arek Milik. Cioè se non riusciamo a capire la causa non riusciamo nemmeno a fare prevenzione su questo tipo di infortuni“.

Un lavoro instancabile quello dello staff medico che si avvale anche anche della collaborazione del professor Antonio Giordano, oncologo, patologo e genetista di fama mondiale, con il quale sono stati fatti degli studi sul dna disponibili a metà gennaio.

Si dice che il Napoli, in questo momento giochi il miglior calcio d’Europa. Questi studi, focalizzati sulla prevenzione, potrebbero quindi impattare anche sulle prestazioni della squadra. Sicuramente – dichiara ad Anteprima24 il professor de Nicola – non sono determinanti rispetto al gioco. L’unica cosa che posso dire è che riducendo i tempi di infortunio si aumentano i tempi di allenamento di ogni singolo giocatore e quindi, molto probabilmente, si riesce ad arrivare a una buona condizione atletica e a mantenerla per tutta la stagione. Chiaramente, più allenamenti saltano i giocatori e più la preparazione atletica viene meno“.