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NAPOLI – Castellammare, fino a questa mattina, aveva un singolare primato: nella sua storia, aveva visto ben due consiglieri comunali ammazzati dalla camorra, Sebastiano Corrado  del Pds nel 1992 e Gino Tommasino del Pd nel 2009, ma nessun scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche.

Il primato si è interrotto oggi, perchè il consiglio dei ministri ne ha ratificato il provvedimento dopo che per 6 mesi i commissari hanno indagato da cima a fondo documenti, delibere e appalti di Palazzo Farnese, la sede del Comune.

Evidentemente, qualcosa che non andava lo hanno scovato se è vero come, purtroppo per gli stabiesi lo è, che Castellammare è la città di uno dei clan della camorra più longevi e potenti dell’intero Paese: i D’Alessandro.

Ma tant’è: per le motivazioni ufficiali dello scioglimento bisognerà attendere i contenuti della relazione finale a firma della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.

Resta il fatto che la quinta città più popolosa della provincia di Napoli in continua crisi anche demografica oltre che economica avendo visto i suoi due gioielli, le Terme e il cantiere navale, uno morire e l’altro in agonia, avrà per almeno 18 mesi un commissario al posto del sindaco.

Quello che stamattina ha dovuto prendere atto che la sua amministrazione era finita prima del tempo regolare è Gaetano Cimmino che, dopo un passato da segretario cittadino del Pd, in quota Forza Italia, per la seconda volta in meno di 10 anni, aveva fatto sì nel 2018 che il centrodestra strappasse alla sinistra un suo fortino storico. 

Dal pomeriggio si sono succeduti molti commenti. Tra i primi a parlare, tre parlamentari: Sandro Ruotolo del Gruppo misto (“avevamo visto giusto”), Lello Vitiello di Italia Viva (“infamia senza precedenti”) e Teresa Manzo del Movimento 5 Stelle.

Quest’ultima coglie un punto importante: al di là delle conseguenze giudiziarie che potrebbero riversarsi sui singoli, c’è da pensare alla città, ultimo lembo dell’area metropolitana di Napoli prima che inizi la penisola sorrentina già di per sè “immobile” da anni: ”Soprattutto in questo periodo, gli stabiesi avrebbero avuto più che mai bisogno di istituzioni locali pienamente attive per migliorare la qualità di vita delle fasce più deboli dopo la pandemia e per presentare i progetti al fine di ottenere i fondi del Pnrr. Il mio augurio, quindi, è doppio: che in questi mesi di commissariamento la città non venga isolata e dimenticata dalle altre istituzioni e che nel frattempo maturi una nuova classe dirigente”.