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Napoli – L’azienda ospedaliera Luigi Vanvitelli, nonostante la pandemia da coronavirus, ha eseguito ben 50 resezioni anatomiche per il trattamento del tumore del polmone in video-toracoscopia.

Ancora una volta quindi la sanità partenopea balza agli occhi delle cronache per la sua eccellenza. La video-toracoscopia permette l’asportazione radicale del cancro del polmone e dei linfonodi attraverso l’esecuzione di 3 piccole centimetriche incisioni.

Nell’ultimo anno nonostante le notevoli difficoltà, determinate dalla pandemia da Covid 19, che hanno reso necessario ridurre i posti letto destinati ai pazienti chirurgici,  e con essi il numero settimanale di sedute operatorie e ovviamente i posti letto  in terapia intensiva, la UOC di Chirurgia Toracica (diretta dal professore Mario Santini coadiuvato dai professori Alfonso Fiorelli e Giovanni Vicidomini) dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Luigi Vanvitelli” (diretta da Antonio Giordano) ha eseguito più di cinquanta resezioni anatomiche maggiori per il trattamento del tumore del polmone in video-toracoscopia, diventando un centro di riferimento per tale tipo di trattamento.

Rispetto alla tecnica standard che consiste nell’esecuzione di un’incisione di 15 cm circa con sezione dei muscoli toracici e divaricazione costale, la video-toracoscopia permette l’asportazione  radicale del cancro del polmone e dei linfonodi attraverso l’esecuzione di 3 piccole centimetriche incisioni in assenza di sezione dei muscoli e di divaricazione costale. Tale tecnica mini-invasiva, pur conservando la stessa radicalità oncologica dell’intervento tradizionale, presenta notevoli vantaggi quali una riduzione della degenza ospedaliera (in media dai 3 ai 5 giorni), una riduzione del dolore post-operatorio, un  rapido ritorno all’attività lavorativa ed un vantaggio estetico concretizzato dalle piccole incisioni.

L’Unità Operativa Complessa non si è mai fermata garantendo assistenza e cure di qualità; le attività sono state riorganizzate in base alle esigenze del particolare momento che si stava vivendo non facendo mai mancare la cura per il paziente.