“Abbiamo espresso con fermezza il nostro voto contrario al Ddl che riforma la legge sul Governo del Territorio. L’azione di contrasto al consumo di suolo, ai cambiamenti climatici e ai rischi naturali e artificiali prevista nel testo è infatti del tutto insoddisfacente. Ancora una volta, come abbiamo visto per l’inceneritore di Acerra, si scelgono strumenti inadeguati come l’ennesimo osservatorio. Le disposizioni della norma comportano considerevoli incrementi con nuove costruzioni perfino nelle zone agricole, consentendo aumenti volumetrici di “edifici non connessi alla conduzione dei fondi agricoli”. Si pensi a cosa accadrà alla fascia periurbana degli ex casali agricoli di Melito, Cardito, Casavatore, Frattamaggiore, Caivano, Casoria, dove il suolo coltivabile e permeabile è meno del 10%. Il fatto che attualmente non siano tutelati da alcun vincolo li rende facile preda degli appetiti dei costruttori. Quanto all’iter legislativo, diverse importanti associazioni culturali, mondo accademico e sindacale, portatori di interessi, cittadini, associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente, Italia Nostra, WWF, hanno giustamente lamentato la carenza di democrazia partecipativa”. Dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Ciampi, a margine della seduta di Consiglio regionale.
“Abbiamo votato contro anche all’adozione del Piano di utilizzazione delle aree del demanio marittimo. Il PUAD approvato garantisce infatti alle spiagge libere unicamente il 30% della costa balneabile, una percentuale minima vergognosamente insufficiente. In questo modo i beni di tutti vengono sottratti nella più larga parte alla fruizione collettiva, affinché possano essere riservati esclusivamente al godimento dei più abbienti. Se la giunta avesse voluto davvero garantire il diritto alla spiaggia libera, avrebbe obbligato i comuni ad assegnare alla libera fruizione una maggiore percentuale di costa balneabile e non solo un misero 30%. La verità – conclude Ciampi – è che la giunta non ha voluto tutelare questo diritto dei cittadini, mostrandosi più interessata a garantire ai concessionari il privilegio di occupare il restante 70% della costa”.