Nella mattinata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Giugliano in Campania hanno eseguito un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia a carico di cinque persone, in quanto gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di tentata estorsione continuata e di ricettazione, aggravate dal cd. metodo mafioso e dalla finalità di agevolare l’organizzazione di stampo camorristico denominata clan Mallardo, operante sul territorio di Giugliano in Campania.
In particolare, le condotte estorsive sarebbero state poste in essere -tra i mesi di marzo ed aprile 2023- in danno di vari imprenditori edili nei confronti dei quali, mediante minacce, gli indagati avrebbero preteso il pagamento di tangenti per consentire la prosecuzione dei lavori intrapresi nel suddetto Comune.
A tale scopo, per recarsi presso i cantieri, venivano utilizzati dagli indagati motoveicoli cui erano apposte targhe in precedenza sottratte ad altri veicoli. Il provvedimento eseguito è una misura pre-cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, che sarà trasmessa al giudice per la convalida e l’emissione di ordinanza cautelare, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione. I destinatari del decreto di fermo sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
“Andatevene, vi do dieci minuti poi ripasso, dite al mastro (il titolare) che si deve presentare… lui sa dove”. Sono alcune delle minacce che i cinque presunti appartenenti al clan Mallardo, componente “di rango” della triade malavitosa che costituisce la cosiddetta Alleanza di Secondigliano, hanno rivolto agli operai di una ditta impegnati in un cantiere edile a Giugliano in Campania. Sono cinque le tentate estorsioni nei confronti di altrettante imprese contestate dai carabinieri, commesse nell’arco di un mese, tra il 21 marzo e il 20 aprile scorsi, tutte connotate da minacce proferite ai lavoratori mentre gli indagati con il volto coperto da caschi erano in sella a scooter con targhe rubate. Ed è proprio per quest’ultimo particolare che viene contestata anche la ricettazione insieme con la tentata estorsione aggravata. A dare una mano agli investigatori anche le immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza installati nei cantieri. I destinatari dei provvedimenti di fermo sono Ernesto Cecere, 45 anni; Gennaro Maraniello, 44 anni, Gaetano Mele, 37 anni, Giuseppe Mele, 42 anni e Nicola Sarnataro, 56 anni.