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NAPOLI – Interrogato in materia, l’ultima frase che ha rilasciato è vecchia di una settimana ed è alquanto laconica: “Il rimpasto? Dobbiamo solo lavorare”.
 
Ma tant’è: ogni giorno che passa lascia nuove tracce che il rimpasto non sia affatto tanto lontano dai pensieri del sindaco Gaetano Manfredi
 
In primis perché già se ne è parlato in estate, quando si è dovuta sostituire Mia Filippone. Già alla ripartenza, subito dopo la pausa ferragostana, ci si attendeva più di una mossa: invece il sindaco decise, il primo settembre scorso, per un semplice cambio chiamando Maura Striano alla guida dell’assessorato alla scuola e promuovendo la titolare dell’urbanistica Laura Lieto a vicesindaca.
 
Se non ci fosse stata la prematura dipartita di Mia Filippone, un tagliando alla giunta Manfredi comunque l’avrebbe messo in agenda in autunno, fecero sapere i suoi.
 
Ma quali sono gli altri fatti che fanno pensare che ora, superato il limite del primo anno di amministrazione, il sindaco sia pronto a cambiare squadra?
 
Prima di tutto la necessità di cambiare passo, di inaugurare una fase due della sua esperienza a Palazzo San Giacomo più incisiva. Il che vuol dire essenzialmente aprendo più cantieri e possibilimente chiuderli nel più breve tempo possibile.
 
Ad oggi, il bilancio, in tal senso, è alquanto deficitario. Basti pensare che Repubblica, facendo un punto sul Pnrr, questa mattina, ha contato che saranno solamente 2 i cantieri che apriranno a breve. Il resto del piano da 790 milioni annunciato da Luigi de Magistris alle sue battute finali da sindaco va al rilento, con 40 interventi alla fase iniziale e 17 in progettazione.
 
Detto questo, quali sono, quindi, le caselle più sensibili in ottica rimpasto?
 
Il sindaco, che ha trattenuto a sé la delega al Pnrr, potrebbe pensare di affidarla a un suo fedelissimo, così come quella alla cultura.
Un anno dopo, in quest’ultimo campo, la cabina di regia anziché un uomo (o una donna) forte al comando nelle vesti di assessore non ha del tutto convinto la maggioranza di centrosinistra che, complice anche l’esito delle elezioni politiche, potrebbe chiedere nuovi equilibri.
 
Certo, come stamattina ha dichiarato l’ex sindaco Luigi de Magistris a Tele Vomero, “per fare un rimpasto occorrerebbe del buon lievito”. Ma per i tempi, ormai, ci siamo.