Tutto pronto a Napoli, per la seconda edizione della Conferenza Unesco “Cultural Heritage in the 21st Century”, in programma da domani a venerdì 6 giugno a Castel Capuano. L’Italia ospiterà rappresentanti ed esperti dei 194 Stati membri. L’obiettivo è riprendere il dibattito internazionale sulle le sinergie e convergenze tra la Convenzione del Patrimonio Mondiale e la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Organizzazione. Un tema già approfondito nel corso della prima conferenza di Napoli, tenuta a novembre 2023.
La sessione istituzionale dei lavori si aprirà alle 13.45 di domani, alla presenza del vice premier e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e della Direttrice Generale Unesco, Audrey Azoulay. La conferenza è organizzata congiuntamente dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero della Cultura, con il sostegno del Comune di Napoli. Affronterà, nel corso di sei sessioni tematiche, i temi della rappresentatività e della dimensione economica del patrimonio culturale, della connessione e del coinvolgimento delle comunità con i siti Unesco. L’evento sarà integralmente trasmesso in diretta streaming, attraverso i canali della stessa Agenzia dell’Onu per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.
A margine della manifestazione, si apprendono alcune curiosità. Ad esempio sul servizio catering, affidato dal Comune di Napoli a una ditta della provincia. Costo dell’affidamento diretto, secondo una determina: 131.783 euro, Iva compresa. L’amministrazione comunale deve farsi carico di organizzare il rinfresco, presso le varie location individuate per i lavori della conferenza e per gli eventi collaterali. Questo in virtù dell’accordo sottoscritto con il Ministero della Cultura, dal quale ha ricevuto fondi a destinazione vincolata, pari a 400.000 euro. Come recita una nota, la conferenza si propone di fronteggiare “alcune delle sfide più urgenti”, relative al patrimonio culturale contemporaneo. Tra esse la necessità di “perseguire una più ampia partecipazione delle comunità locali nei processi decisionali”, evitando “al contempo gli effetti negativi”, a partire “dall’overturismo”. Un traguardo ambizioso, senz’altro.