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Un’emergenza sociale, nella città dove il 44% dei residenti vive in affitto. È la Napoli della turistificazione selvaggia, dei pigioni alle stelle, della corsa a trasformare appartamenti in strutture ricettive. E dove tanti studenti e residenti sono di fatto espulsi dal Centro Storico. Lo ricorda la nuova protesta di stamattina, sotto il consiglio comunale, riunito in quelle ore.

Gli attivisti della campagna Resta Abitante presentano una petizione da migliaia di firme, per chiedere una delibera/regolamento del Comune. Invocano un provvedimento “che limiti davvero le case vacanza”. E poi politiche attive per il diritto all’abitare in centro e nelle periferie. Danno anche dato appuntamento alla manifestazione di venerdì 13 dicembre (piazza Dante, ore 17). Sfidano la scaramanzia, non gli manca l’ironia. Oltre allo striscione, mostrano un manifesto. Ricalca il tabellone del Monopoli, con una variante: si chiama Affittopoly. “Il nuovo gioco di società – spiegano – in cui la bolla speculativa degli affitti turistici espelle gli abitanti”. Parlano di “situazione ormai insostenibile”.

Mario Sansone e Federica Gallo sono qui a testimoniare le difficoltà dei giovani. Da studenti lavoratori riportano gli ultimi prezzi per una stanza al centro storico: 400-450 euro al mese, tendenza al rialzo. E dietro l’angolo c’è sempre il benservito dei padroni di casa, ingolositi dalla voglia di farsi un B&B. Inquilini messi alla porta, senza troppi complimenti. In pochi anni, a Napoli gli sfratti sono aumentati del 500%. Esiziale il mix tra “bolla turistica” e “speculazione”, accusano i manifestanti. E all’overtourism non vengono messi freni. “La giunta Manfredi non ha interesse a intervenire sul fenomeno – sostiene Chiara Capretti, consigliera di Potere al Popolo (II municipalità) – ma chi in questa città vive, lavora e paga affitti esorbitanti non può essere un abitante di serie B”. Lo ribadiranno in piazza, tra una settimana.