Regolamentare case vacanza e bed and breakfast a Napoli, avviare politiche di sostegno per il diritto all’abitare. A chiederlo è una raccolta di firme, promossa dalla campagna “Resta Abitante” e dalla rete Set. Si invoca un freno alla ‘diaspora’ dei residenti, bersagliati da una raffica di sfratti. La dinamica è risaputa. Fitti schizzati alle stelle, famiglie intere espulse dal centro, per i prezzi insostenibili. Un diktat del mercato turistico, con la speculazione in agguato. Il business è trasformare gli immobili: da locazioni ad attività ricettive.
La petizione è stata presentata stamane, sotto il consiglio comunale. In quel momento, l’aula approvava il documento “Per una città giusta, sostenibile e attrattiva”, elaborato dalla Giunta Manfredi. Il piano contiene gli indirizzi per la redazione del Piano Urbanistico Comunale, e la modifica della vigente disciplina urbanistica. Ma il documento è bocciato dagli attivisti, perché “si caratterizza per vaghezza e ambiguità”. Per loro, in questo modo, la città resterà attrattiva, agli occhi degli affaristi: ma giusta e sostenibile proprio no. “Il rischio – spiega Chiara Capretti, consigliera di Potere al Popolo alla municipalità 2 – è che ci si limiti a intervenire solo sui casi più eclatanti”. All’amministrazione si imputa un atteggiamento contraddittorio. “Da un lato – sostiene Capretti – annuncia di voler attivarsi per bloccare l’espulsione degli abitanti dal centro storico, ma poi prevede nuova edificazione privata a Napoli Est, spiegando che così intende recuperare le residenze che si perdono nel centro antico”.
La manifestazione ha pure incrociato il sindaco Gaetano Manfredi, appena uscito dal consiglio comunale. C’è stato un breve scambio di vedute. Il primo cittadino ha mostrato disponibilità ad approfondire. “Ce lo auguriamo, ma – chiarisce Capretti – ad oggi non c’è niente che vada a limitare questi fenomeni”. Dall’amministrazione si attendono fatti, in pratica. “Chiederemo al Comune un processo controllato e – dice Alfonso De Vito, attivista dello sportello per la casa – delle soglie massime per l’autorizzazione ad aprire case vacanza, provvedimenti già attuati in Italia e in Europa”.
Nell’immediato, la richiesta è di un blocco di nuovi B&B in zona A e in area Unesco, dove dilagano. A marzo scorso, in città erano stimati 9.943 bed and breakfast (fonte piattaforma Airbnb e servizio statistica Regione Campania aprile 2023). L’incremento dal 2015 a oggi è del 900% circa, stimato da poco più di mille annunci su Airbnb. “Partendo da questo dato, e – dichiara il docente universitario Joaquín Mutchinick – dal fatto che le unità sono concentrate nel centro storico, è facile immaginare la pressione che l’extra alberghiero sta facendo sul mercato dell’affitto”. Tuttavia gli attivisti non hanno numeri precisi sulle persone espulse. “Da notare intanto – aggiunge Mutchinick – che dal 2015 a oggi il numero di sfratti esecutivi è aumentato del 1000% circa, passando da 1200 a più di 12000″. Anche per questo si chiede di interrompere la vendita del patrimonio pubblico, per rivalorizzarne l’uso residenziale.