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di Daniele Di Martino

Napoli  –   Domani è la giornata decisiva. Il congresso provinciale del Pd rischia di saltare. Fissato per il 19 novembre, il voto è fortemente condizionato dall’esame dell’anagrafe degli iscritti. In ballo ci sono ben 128 ricorsi, inizialmente accolti dalla commissione tesseramento ma con un repentino dietrofront sugli accoglimenti. A questo punto non c’è certezza sul numero degli iscritti e se nelle seduta di domani non ci sarà una schiarita, il congresso è destinato a saltare. O comunque ci sarebbe uno slittamento del voto senza un’anagrafe certa degli iscritti.

Lo scenario del Pd napoletano sembra a questo punto apocalittico. A spaccarsi sono proprio i renziani, a Roma come nel capoluogo partenopeo. Adesso è proprio l’area dem che fa capo a Mario Casillo e Lello Topo a spingere per un rinvio del congresso, anche perché c’è la sensazione che il candidato Costa sia in svantaggio rispetto a Nicola Oddati, spinto dalla sinistra del Pd.

Il congresso potrebbe essere addirittura annullato con la conseguente nomina di un commissario. Renzi sceglierebbe Alberto Losacco, già nominato attualmente garante per il congresso provinciale del Pd. A quel punto le candidature per camera e senato si sceglierebbero direttamente a Roma, senza alcuna possibilità per i leader locali di decidere posizioni di vantaggio. Tutto passerebbe nelle mani di Guerini e Lotti. Non c’è pace per il Pd, una nuova bufera è in arrivo.