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E’ bagarre tra i consiglieri comunali di Napoli. A scatenarla la nota inviata stamattina dal presidente del Consiglio comunale, Sandro Fucito. “Per assicurare un’efficace e proficua azione amministrativa – si legge nella nota – e garantire il regolare funzionamento degli organismi consiliari appare opportuno che venga individuato un rappresentante di tale gruppo”. Il gruppo in questione è quello misto: qui sono confluiti pochi giorni fa tutti quei consiglieri che erano ancora in gruppi ‘abusivi’ perché per regolamento comunale – dopo svariati cambi di casacca – non potevano essere più mantenuti. Un caso sollevato da Anteprima24, a cui ha fatto seguito il decreto presidenziale, sciogliendo tutti i raggruppamenti non regolari. E abolendo quindi tutti i benefit a cui accedevano – pur non avendone più diritto – i consiglieri (più dipendenti, stanze e risorse).

Di qui la richiesta di nominare un portavoce, magari uno di maggioranza e uno di opposizione per rappresentare il gruppo misto – come si legge ancora nella nota – nelle riunioni delle Conferenze dei presidenti dei gruppi (quelle che convocano i Consigli comunali). Apriti cielo. Il gruppo misto ora conta 15 consiglieri comunali: si va dai sostenitori di Matteo Salvini con il rappresentante della Lega in Consiglio comunale, Vincenzo Moretto a quelli di Renzi con il consigliere comunale di Italia Viva, Carmine Sgambati. “Se sono all’opposizione mi sembra evidente – attacca Sgambati –che non posso essere rappresentato dalla Lega e nemmeno dai consiglieri in maggioranza con de Magistris. Il presidente Fucito tratta il gruppo misto come se fosse un gruppo omogeneo, quando invece è luogo di interessi e visioni politiche differenti. Così lede un diritto sacrosanto,andando contro la democrazia”. Quindi?  “Io mi rappresento da solo – continua – se non mi accettano allora vorrà dire che non parteciperò più a nessun consiglio comunale”. Non solo bagarre perché diversi politicamente, ma anche tra chi è nella stessa maggioranza dove è guerra tra i consiglieri comunali per accaparrarsi il titolo di capogruppo. Insomma è di nuovo caos.

di Marina Cappitti