- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Pazienza e capacità di cogliere l’attimo. Il Napoli di Luciano Spalletti non solo è partito col piede giusto ma ha mostrato già i muscoli. E poco importa se di fronte c’era una neopromossa come il Venezia, alla vigilia indicata come vittima sacrificale. Non sempre è la cifra tecnica dell’avversario a stabilire la difficoltà di un match, spesso sono eventi avversi come quelli che Insigne e compagni si sono trovati a fronteggiare nel primo tempo del Maradona. 

L’espulsione di Osimhen dopo un inizio promettente ha scardinato i piani tattici dell’allenatore, che vedeva nel nigeriano l’arma letale contro la costruzione dal basso dei veneti. Più volte l’ex Lille nei primi quindici minuti si è inserito nel fraseggio difensivo ospite, sfiorando il gol in almeno due occasioni. Venuta a mancare quell’azione di disturbo, il Napoli ha dovuto reinventarsi con pazienza per mantenere il controllo delle operazioni senza innervosirsi. 

L’infortunio di Zielinski, seconda brutta notizia di serata che poteva definitivamente complicare il debutto, è stato sopperito dall’ingresso di un Elmas capace di entrare in due azioni chiave della ripresa. Il macedone ha prima procurato il rigore del possibile uno a zero fallito da Insigne, poi ha chiuso la gara con un colpo da maestro per il due a zero. Nel mezzo un altro rigore, stavolta trasformato dal capitano che ha saputo farsi perdonare. 

Le voci sul rinnovo che si susseguono da tempo non lo hanno scalfito. Solito leader tecnico dei suoi, si è ripresentato con carattere sul dischetto dopo l’errore conquistando il pass per un altro club esclusivo. Solo altri due azzurri del passato sono andati a segno in almeno dieci campionati diversi di serie A con la maglia del Napoli: Antonio Juliano e Marek Hamsik, entrambi a quota 11 tornei. Se Insigne rinnoverà il contratto avrà l’opportunità di eguagliarli e magari superarli. 

Buone indicazioni anche dal pacchetto arretrato, anche se per la verità al primo vero affondo il Venezia ha rischiato seriamente di segnare. E’ accaduto al 68′, subito dopo il vantaggio partenopeo, quando la squadra di Zanetti ha dovuto abbandonare la sua predisposizione difensiva e l’ermetismo sposati fino a quel punto. Solo il palo ha evitato il primo gol in serie A a Forte e al Napoli un pari che avrebbe avuto il sapore della beffa.

Ultima considerazione su Osimhen. Tanto evidente la supremazia fisica quanto eccessiva la sua foga. Un fattore su cui Spalletti dovrà tanto lavorare. Uomini dalle caratteristiche comparabili in rosa non ce ne sono (non dimentichiamo certo Petagna, tatticamente utile ma assai meno dinamico), disperdere un patrimonio di questo genere per via di ingenuità colossali come lo schiaffo a Heymans sarebbe un suicidio in piena regola.